Come avevamo annunciato lo scorso numero, continuiamo la rassegna #formianiaLondra. Le storie di figli, fratelli e sorelle che partono per sbarcare il lunario, maturare esperienze, realizzarsi. Iniziamo con Fabrizio Forcina. L`ho incontrato al ristorante Novikov, a Londra. Fabrizio è una di quelle persone che per diligenza e senso del dovere mi ha fatto realizzare che non è il tipo di lavoro che ti qualifica.
Ma è l`ammontare di passione e responsabilità che metti che mostra chi sei e dove puoi andare nella vita. La società italiana ci ha `drogato` col culto della laurea, svuotandola della funzione di imbuto. Da anticamera del mercato del lavoro a status sociale. La storia di Fabrizio, e molti alti dimostra, invece, che basta determinazione e forza per intraprendere la strada verso la realizzazione professionale. Fabrizio, classe ’92, è conosciuto a Formia, oltre per simpatia e genuinità tra i suoi amici, per la sua passione per il rap che esprimeva in una crew molto affiatata. Si diploma al Gaetano Filangieri.
Contemporaneamente lavora come cameriere. Si `fa il mazzo` tra Pepe Nero e Cook fino a quando però, per la prima volta, la prospettiva di sorvolare la Manica e fare un`esperienza
in Inghilterra si materializza. A suggerirglielo la cugina Fabiana di rientro proprio dall`Inghilterra dove aveva soggiornato per un mese, causa studio.
Blenheim Palace, nella villa di Churchill e l`incontro con il mondo inglese
“È il 2016 quando ho sfruttato questo contatto che aveva mia cugina, trovandomi immerso nelle cultura inglese di Woodstock, dove ho preso a lavorare nel ristorante di Blenheim Palace”. Qui, nella residenza che è stata per secoli dei Churchill, Fabrizio si immerge nella cultura British
Forse troppo. A Woodstock non c`è nulla. Non proprio il posto ideale per un giovane in cerca di nuovi stimoli ed esperienze. “Ho lavorato lí per due mesi. Qui ho imparato a parlare inglese grazie alla mia host family. La signora presso la quale soggiornavo infatti, mentre aspettava che preparassi la cena, ero io a cucinare, mi insegnava la lingua. Mentre attendeva il piatto, preparavo minestroni, paste e patate, il cosiddetto comfort food, mi insegnava idioms e phrasal verbs”.
Ritorno a Formia, ma è solo un pit-stop
Ma terminata quella esperienza, Fabrizio torna a Formia, dopo pochi mesi. Qui è sfiduciato, quasi depresso, diviso tra due mondi. “Ero deluso e senza aspettativa. Quell`ambiente non era per me. Non era un posto per giovani. C`erano solo case e un Sainsbury (una catena di alimentari). Che desolazione”. Si torna a Formia. Ma per poco. Si presenta una nuova occasione. “Un mio amico, Mattia, mi convince a partire. Era fomentassimo, io un pò meno. Ma all`arrivo a Londra i sentimenti si rovesciano”. Fabrizio è preso dalla velocità e dinamismo della Capitale inglese, il suo compagno di viaggio meno. “Mentre Mattia decide di tornare in Italia io mi butto a capofitto sul lavoro. È stata facile trovarlo”.
Comincia da runner. Posizione base nella gerarchia della ristorazione. Al Novikov, ristorante “fancy” di Mayfair, cuore del lusso londinese, si fa apprezzare. In meno di un anno e mezzo Fabrizio diventa head waiter, capo cameriere. Una posizione di tutto rispetto che è un trampolino verso le posizioni manageriali. Ma a queste il nostro amico formiano non pensa.
Piuttosto apprezza “la cultura manageriale ad ogni livello che c`è a Londra. Un`attitudine alla gerarchia che premia chi ha voglia di fare”, si interrompe alla mia domanda: quale il tuo sogno? “Aprire un ristorante tutto mio, magari a Formia”, mi rivela mettendomi il piatto a tavola. Sono suo ospite a Wandsworth Town, a chilometri da casa, forse duemila, forse di più, ma la sua affabilità mi fa sentire a casa: a Londra, provincia di Formia.