Raffaele Mollo è nato a Formia, il 17 novembre del 1970, ed è l’artista e scultore che ha realizzato il Monumento dedicato a Michele Pezza detto “Fra Diavolo” inaugurato il 9 settembre 2019, nella piazza del centro storico di Itri. L’artista formiano si approccia all’arte da subito e mostra particolari qualità nel disegno, che lo portano prima a frequentare il Liceo Artistico di Cassino, poi l’Accademia delle Belle Arti di Roma dove frequenta il corso di scultura figurativa. Da quel momento in poi, tutta una serie di esperienze segneranno le tappe principali del percorso dell’artista fino ad oggi. La prima e la più determinante, sarà l’approfondimento dello studio del segno in tutte le sue qualità espressive e spontanee, intese come capacità di raccontarsi attraverso dinamiche emozionali ed esperienziali che giungono alla scoperta del così detto “scarabocchio”. Questo studio, ancora oggi motivo di molte sperimentazioni artistiche di Mollo, prende forza dalle esperienze in Accademia con l’allora Prof. Nato Frasca’ nella materia di Teoria e Percezione della Forma. Benché studiasse Scultura e la forma scultorea, l’impulso primario e fondamentale che genera il Tutto, secondo Mollo, era sempre contenuto nel segno. Questo lo porta inevitabilmente ad avvicinarsi ad artisti che esprimevano per lui, attraverso il loro lavoro proprio questo. Conosce, negli ambienti romani, gli artisti e scultori Tito Amodei e Oliviero Rainaldi, che diventeranno figure fondamentali e costanti nella sua vita e nel suo percorso artistico-creativo.
Tra le molte opere pubbliche realizzate da Raffaele Mollo il Cristo in legno esposto nella Chiesa di Maria Ausiliatrice, a Formia, nella zona antistante il Villaggio Don Bosco e la grande vetrata dove è raffigurata la Madonna, un opera nata grazie alla collaborazione tra l’artista e l’architetto della Chiesa Re Bernardo e Rossella Nuotolo. Il Monumento nel Comune di Spigno Saturnia e il mezzo busto in pietra dedicato ad Antonio Gramsci a Formia.
Oppure all’interno della Chiesa del Buon Pastore a Penitro, la bellissima vetrata artistica e il Cristo in croce in terracotta. Ma non solo sculture, nel percorso dell’artista, anche diversi quadri, dove il protagonista resta l’uomo, il suo volto, il suo corpo. Corpi e visi al centro della tela, come al centro delle sue sculture, sconvolti e deformati e quasi sempre nudi.
A volte le sue tele si caricano di colori, tra i preferiti il giallo, il rosa e il verde mentre altre volte l’espressività è data dai giochi realizzati tra il colore nero e il bianco della tela. E’ possibile vedere foto e video della realizzazione di molte opere sulla sua pagina Facebook dell’artista.
Maestro, cos’è l’arte?
L’arte per me è azione e rivelazione, esperienza profonda. Nell’arte si rivela il Segno dell’umanità in tutta la sua più totale completezza e personalità. Quando lavoro, quando scolpisce, do tutto me stesso, fino a consumare parte di me nell’opera stessa, fino a scomparire, fondermi nella mia creazione.
Quali sono state le figure di riferimento durante il suo percorso artistico?
Il primo oltre a Nato, fu l’artista scultore, pittore e innovatore del Sacro nell’arte contemporanea, Tito Amodei, Padre Passionista, che aveva il suo studio presso il convento alle spalle della Scala Santa. Lavoravo già da lui durante il periodo accademico e li ho apprende da tutto dell’arte, forse più di quanto potessi imparare a scuola, con lui instaurai un rapporto di collaborazione, che durò fino alla sua scomparsa, avvenuta il 31 gennaio, dello scorso anno. Un’altra figura molto importante con il quale ha lavorato per molti anni è l’artista Oliviero Rainaldi, scultore e pittore, dove ebbi la possibilità di fare grandissima esperienza pratica con i materiali più diversi e lo introdusse in quella che era la visione della realtà artistica dell’ambiente romano in quegli anni.
A chi si ispira e cosa vuole comunicare attraverso le sue sculture?
Ovviamente mi ispiro ai miei maestri Nato, il Prof. Nato Frasca’, Tito Amodei e Oliviero Rainaldi. Nessun messaggio che possa esser congelato nelle parole, spero che le mie opere possano sorprendere e percorrere le vie principali delle emozioni.