Scrivo questo pezzo mentre RAI Premium sta mandando in onda in replica lo sceneggiato Io sono Mia in cui una strepitosa Serena Rossi rappresenta l’indimenticabile Mia Martini.
La sto ascoltando cantare e la sua voce e le parole delle sue canzoni mi commuovono sino a lacrime così intime che si fermano all’anima e non sgorgano.
Mia Martini era una grandissima cantante massacrata dalla superstizione che si insinuò nel mondo dello spettacolo e della canzone in particolare affibbiandole la “nomea” di portare iella.
Una carriera a intermittenza per queste gratuite e ingiustificate accuse senza alcun fondamento.
Quanto ha sofferto questa artista che ci ha lasciato interpretazioni magistrali.
Ma nella mia vita quante persone ho conosciuto accusate parimenti di portare iella, alcune sono decedute da tempo, altre sono tra di noi.
Ebbene vorrei dire ai calunniatori solo una considerazione: siete delle canaglie!
La superstizione è inconciliabile con la fede cristiana.
I cristiani non possono credere a tali sciocchezze e, parimenti, non possono essere strumento di cattiveria verso il prossimo, che sia o meno simpatico.
Per tante superstizioni vi sono spiegazioni storiche legate al mondo romano o medioevale, ora che siamo andati sulla luna liberiamoci da tale retaggio precristiano e invito coloro che infangano il prossimo a guardarsi nello specchio e a dire ad alta voce: sono una miserabile canaglia.
E invito tutti a una soluzione: affibbiare ai calunniatori la nomea che loro vorrebbero accreditare a carico di terzi.
La classica “pan per focaccia”.