Intitolazione all’ufficiale dei Carabinieri Reali Massimiliano Tosti del Largo di via Colle delle Api dove sorge il Monumento dei Carabinieri. Il racconto delle nipoti: “Quanto fece, fu scoperto anni dopo grazie ad un vecchio baule dove furono ritrovate le lettere di ringraziamento di coloro a cui aveva salvato la vita”. Mariassunta è una delle nipoti di Massimiliano Tosti, giovane ufficiale al quale oggi la sua città, Campobasso, dedica un largo. Racconta, insieme a sua sorella Rosanna, la vita di un uomo giusto e una storia fatta di coraggio, solidarietà, dedizione e giustizia. Il capitano dei carabinieri Massimo Tosti era il fratello del loro bisnonno. La loro è una famiglia cresciuta sotto l’ala di valori come la legalità, il senso della giustizia, l’onestà, il coraggio. Tanti in casa indossano le uniformi perché hanno scelto di servire lo Stato e di rispettare i valori della Costituzione mantenendo inalterati i valori tramandati seppure a loro insaputa. Sì, perché quanto bene avesse compiuto questo giovane ufficiale dei carabinieri lo hanno scoperto molti anni dopo la sua morte. Grazie ad un carteggio contenuto in un baule, riposto in una cantina che stava allagandosi. “Era uno di quei bauli che prima davano in dotazione ai militari – racconta Mariassunta – e lì dentro zio aveva conservato tutte le lettere di ringraziamento che gli erano state inviate. È da quel giorno che è iniziata la lunga ricerca per capire cosa fosse successo durante quel periodo della seconda guerra mondiale, e cosa quelle parole scritte nero su bianco da migliaia di ebrei volessero significare”. Si scopre quindi una storia che potrebbe trasformarsi in un film dopo il libro già scritto dal giornalista e saggista Giuseppe Altamore: “A testa alta. Massimo Tosti, il carabiniere che salvò 4000 ebrei”. Classe 1901, di Campobasso, Tosti nel 1940 è un giovane ufficiale del X Battaglione Carabinieri Mobilitato al seguito del IV Corpo d’Armata durante l’occupazione italiana dell’area sud orientale della Francia dopo la caduta di Parigi per mano dei Paesi dell’Asse. “Si trovava al confine fra l’Italia e la Francia – racconta ancora Mariassunta – e in quel lembo di terra ha contribuito con un colonnello e un pari grado a salvare piano piano circa 4mila ebrei. Ha cercato di scremare le liste che gli venivano consegnate per la deportazione. Con altri carabinieri hanno creato dei corridoi per salvarli, li hanno nascosti nelle chiese o in alcune case. Tutto avvenne a costo della loro stessa vita”. Mariassunta e Rosanna Toti erano all’oscuro di tutto “perché nonno non parlava molto di quel periodo”. Il lavoro di ricerca, imponente, “lo ha fatto la nipote di zio Massimo recandosi proprio presso gli Archivi di Stato a controllare tutti i nominativi delle lettere, ricercare foto e documenti, grazie ai quali è stato successivamente scritto anche il libro”. Che a Campobasso, l’amministrazione comunale, ha voluto presentare alla città in occasione della Giornata della Memoria nel 2021. Oggi finalmente un’intitolazione di un largo dove sorge il monumento dell’Arma dei carabinieri che Massimo Tosti ha servito fino al grado di tenente colonnello. È morto nel 1976 a Milano dove si era stabilito con la famiglia. Ultimo di cinque figli, aveva quattro figli. Il capitano Massimo Tosti ebbe come sottoposto un giovane carabiniere che sarebbe diventato il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, eroe della lotta alla mafia.
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