Stamattina giovedì 18 giugno, alle ore 10.30, Giovanna Rita Bellini, direttore dei lavori e direttore scientifico per la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Frosinone Latina e Rieti, nonché cittadino onorario del Comune di Minturno, e Gerardo Stefanelli, sindaco di Minturno, sveleranno un tratto di basolato della Via Appia già riportato in luce nel 2003 e successivamente protetto e reinterrato. Avranno così inizio le attività archeologiche del secondo intervento sul castrum di Minturnae, che riporteranno in luce l’ultimo tratto della Regina Viarum subito prima dell’attraversamento del fiume Garigliano, che all’epoca avveniva per mezzo di un ponte utilizzato tra gli altri da Marco Tullio Cicerone e San Paolo di Tarso. E chi scrive ricorda anche Santa Euporia di Minturnae.
La Regina Viarum è la più nota strada consolare, costruita a partire dal 312 a.C. per volere del censore Appio Claudio Cieco. È una delle migliori realizzazioni dell’ingegneria civile romana, tanto che alcuni tratti relativamente lunghi sono arrivati al giorno d’oggi in buono stato di conservazione. La pavimentazione, le cui basole levigate combaciavano perfettamente, e il drenaggio ottenuto con uno strato di pietrisco, rendevano la strada percorribile in ogni condizione di tempo, e questo rappresentò un’autentica rivoluzione per l’epoca. La larghezza di tre metri consentiva l’incrocio dei carri, mentre i pedoni potevano camminare sui marciapiedi laterali. La strada univa Roma alla Puglia, passando per Terracina, Fondi (Fundi), Formia (Formiae), Minturno (Minturnae), Mondragone (Sinuessa), Capua, Benevento, Venosa, Taranto. Terminava in corrispondenza del porto di Brindisi, dove tuttora si possono ammirare le due colonne che celebrano la fine del percorso di complessivi 525,3 chilometri. Attualmente la parte meglio conservata è alle porte di Roma, e rientra, per un tratto di circa 16 km. nel Parco Naturale Regionale dell’Appia Antica, un’area protetta di quasi 3.500 ettari istituita nel 1988. Molto interessante anche il tratto tra Fundi (Fondi) e Itri, con circa 3 km. di basolato ancora in ottime condizioni. L’intervento “Scavo restauro e valorizzazione della via Appia sul castrum dell’antica Minturnae” rientra nel grande progetto ministeriale Appia Regina Viarum
(https://programmazionestrategica.beniculturali.it/progetto/appia-regina-viarum-itinerario-storico/).
Il progetto coinvolge ben quattro Regioni italiane e interessa l’intero tracciato della più importante strada dell’antichità. L’area di intervento comprende quella sulla quale è stata condotta, nella primavera – estate del 2003, un’indagine archeologica che ha riportato in luce – su un lato dell’antico lastricato – l’imponente scalinata di accesso al tempio del divo Giulio (o Venere genitrice) e – sul lato opposto – un monumentale basamento in pietra di un edificio ancora sconosciuto. Il basolato apparve parzialmente obliterato da una gran quantità di resti architettonici, che all’epoca non furono rimossi. Un’indagine stratigrafica del terreno sul basolato “sigillato” dai blocchi ci consentirà ora di conoscere, attraverso l’esame dei reperti più recenti, la datazione dell’obliterazione dell’Appia e quindi del suo abbandono.
I risultati dello scavo segneranno perciò un punto fondamentale per la storia della strada consolare e per comprendere la fine della Minturnae romana. I lavori, che avranno la durata di circa nove mesi, sono affidati all’impresa Modugno Restauri di Capua, e vedranno sul campo gli archeologi Gianmatteo Matullo, Mauro Treglia, Luisa Di Pastena, il restauratore Emiliano Africano, Valerio Spaccini per i rilievi, Chiara Bocchino per la comunicazione. Tutte le attività di scavo potranno essere seguite attraverso la pagina Facebook Antica Minturnae https://www.facebook.com/anticaminturnae/ e il sito web (di prossima pubblicazione) www.anticaminturnae.it
Il disvelamento sarà trasmesso in diretta Facebook dalle ore 10.30 https://www.facebook.com/events/259122731848189/.