Ventisette anni fa i Bianconeri conquistarono la Coppa Intercontinentale contro il River Plate
Il 26 novembre 1996 la Juventus vinse la sua seconda Coppa Intercontinentale, battendo, a Tokyo, per una rete a zero gli argentini del River Plate allenati da Ramón Díaz, una vecchia conoscenza del calcio italiano. La Juventus, guidata da Lippi, dominò alla grande malgrado la vittoria per solo un goal di scarto. Un trionfo che avrebbe potuto essere ancora più ampio se Boksic non avesse sbagliato molte volte in area di rigore, con degli errori davvero clamorosi (due, incredibili, nel giro di un minuto nel finale). Anche dalla parte degli avversari c’era però un attaccante non molto in forma, Julio Cruz (che in seguito avrebbe giocato in Italia col Bologna, l’Inter e la Lazio).
Il difetto della Signora fu quello di fare molto gioco e poco concludere. Fu partita esemplare, con molto spettacolo e tante occasioni. Per il River Plate soltanto una traversa di Ortega, quattro minuti prima del gran goal di Del Piero al 36′ del secondo tempo. Se il morbido tiro di Ariel Ortega fosse finito in porta la storia probabilmente l’avremmo letta in altro modo. Invece quel tiro insidioso da una posizione molto angolata colpì la traversa, provocando la reazione della Juve che, a nove minuti dalla fine, passò in vantaggio con un rapido destro di Alessandro Del Piero, nell’angolo alto in diagonale.
La Juventus tornò così ai vertici mondiali dopo undici anni dalla prima Coppa Intercontinentale, quella vinta contro l’Argentinos Juniors nel 1985. Era la Juve di Platini, Scirea, Tacconi, Cabrini, Brio e molti altri campioni, tra cui il fuoriclasse Michael Laudrup. Quella del 1996 ne aveva un altro di fuoriclasse, e sappiamo tutti chi fosse. Giocatore in grado di essere decisivo quando la partita lo richiedeva e così fu anche contro il River Plate. Prestazione mediocre nel primo tempo ma poi, nel secondo, il Pinturicchio fa l’opera d’arte e realizza con un gran tiro ravvicinato, in alto alla sinistra del portiere. Al fischio finale, miglior giocatore in campo. Sì, Pinturicchio: estro e genio del football!