Domenica 4 giugno ufficialmente Calcio Napoli è campione d’Italia. Agli insulti di routine degli anti napoletani la risposta è perentoria. A Napoli puzziamo. Io puzzo di tufo e di lava del Vesuvio. Puzzo di Posillipo, di Partenope, di canzoni cantate in tutto il mondo e tradotte in tutte le lingue. Puzzo di cozze, di babà, di sfogliatelle, di dolci fatti in casa e puzzo pure di pasta della nostra terra al pomodoro e basilico.
Puzzo di 3000 anni di storia, di 5 Castelli e 365 Chiese. Puzzo della prima illuminazione pubblica al mondo, del primo teatro lirico di sempre (San Carlo anno 1730 – Re Carlo I di Borbone). Puzzo di pizza che tutti ci invidiano, di mozzarella che tanti si fanno spedire in tutte le parti d’Italia. Puzzo per le domeniche passate in famiglia e puzzo per quei napoletani uccisi per difendere la prima ferrovia italiana, la Napoli/Portici.
Puzzo per la prima Università pubblica al mondo, la Federico II, anno di istituzione 1224. Puzzo del Cristo Velato, di Caravaggio, di Solimena, di Ribera, di Luca Giordano, di Bernini e di Canova, puzzo di Totò, di Troisi, di De Filippo, di Pino Daniele. Puzzo dei bambini che giocano ancora per le strade di Napoli, puzzo di sole, di mare, di scogli, di sabbia. Tutta questa puzza da odore alla vita. Puzzo da Campione d’Italia. Puzzo perché so ancora commuovermi.