Vi è anche il nostro Golfo nei colori iridati di Alessia Ramieri, la studentessa diciasettenne che ha conseguito il titolo mondiale categoria kg.55 in Thailandia, patria della disciplina sportiva del Muay Thai, noto anche come thai boxe, boxe thailandese o pugilato thailandese. È un’arte marziale e sport da combattimento a contatto pieno che ha le sue origini nella Mae Mai Muay Thai, antica tecnica di lotta thailandese.
Esso utilizza una vasta gamma di percussioni in piedi e di tecniche di clinch. La disciplina è nota come “l’arte delle otto armi” o “la scienza degli otto arti” perché consente ai due contendenti che si sfidano di utilizzare combinazioni di pugni, calci, gomitate e ginocchiate, quindi otto parti del corpo utilizzate come punti di contatto rispetto ai due del pugilato, oppure ai quattro della kick boxing, con un’intensa preparazione atletica e mentale che fa la differenza negli scontri a contatto pieno. Il muay thai originale divenne popolare nel sedicesimo secolo nella patria thailandese, ma si diffuse internazionalmente solo nel ventisimo secolo, dopo alcune modifiche regolamentari e quando diversi pugili thailandesi si confrontarono con successo con i rappresentanti di varie arti marziali.
Nipote d’arte in quanto il nonno materno Gianteodoro Vacca, detto Rino, vanta un curriculum sportivo di tutto riguardo. Da giovane nella Juventus e poi ha militato, tra l’altro, nel Frosinone e nel Formia. Attualmente allenatore del Calcio Scauri Categoria Pulcini e, tra l’altro, vanta una cintura nera in Karate. Alessia Ramieri, che ha lo sport nel DNA, studia al Liceo Scientifico a indirizzo sportivo di Frosinone e frequenta la palestra Maluma Martial Art, seguita dal suo allenatore Mauro Magliocchetti. Ha superato a Bangkok in finale in tre riprese la sua avversaria della nazionale del Messico, portando l’Italia nell’olimpo iridato proprio nella nazione madre della sua disciplina.
Racconta: “Per me è importante studiare in una scuola a indirizzo sportivo. Io riesco a conciliare lo studio e lo sport, mia madre (Monica Vacca) mi ha portato per la prima volta in palestra quando avevo soltanto cinque anni. E in preparazione del campionato mondiale i docenti mi sono venuti incontro agevolandomi nelle interrogazioni e nei compiti in classe. Lo sport che pratico d’altronde è costruito sulla disciplina, il sacrificio e la tenacia. Il mio sogno è diventare istruttore e per questo inizierò appena possibile il corso federale che mi consenta tutto ciò”. La sua seconda casa è ormai la Maluma Martial Art e sogna di ripagare il suo maestro Mauro Magliocchetti e i compagni con eventi sportivi che diano lustro alla palestra. Dedica la sua medaglia d’oro alla famiglia che gli è stata sempre vicina: il papà Davide, la mamma Monica, il fratello Andrea. I thailandesi si sono inchinati a questa ragazza del Lazio Meridionale rendendole gli onori con l’ossequio di pregio che solo gli orientali sanno concedere con una grazia e solennità particolari.