Luca Bucci, il portiere che piaceva a Sacchi – “Uomo riservato nella vita privata ma battagliero in campo, Luca Bucci è di Bologna, la dotta e la ghiotta, dove per sette anni ha allenato i portieri. Divenne grande col Parma, quello mitico degli anni novanta. Con i Gialloblù vinse una Supercoppa UEFA nel 1993 e una Coppa UEFA nel 1995. E proprio in quegli anni favolosi disputò tre partite con la Nazionale, di cui una per le qualificazioni agli europei del 1996. Un match sfortunato, in cui fu espulso al 9′ minuto, lasciando spazio a Francesco Toldo (8/10/1995 Croazia – Italia, terminata in parità con una rete per squadra). Istintivo e combattente, fu tra quelli più decisivi nella vittoria del Parma contro la Juventus nella doppia finale nel maggio del ’95 che decretò vincitrice la squadra di Nevio Scala in Coppa UEFA. Come una scimmia vola da albero ad albero, lui librava da palo a palo, impeccabile anche coi piedi e dunque ottimo per il gioco a zona. Bucci è stato un calciatore sempre attento a non perdere l’aspetto più importante del football, il divertimento.
Interpretava così bene il ruolo del portiere con ampia visione che fu convocato da Arrigo Sacchi per i mondiali americani del ’94, maglia numero 22: dietro a Pagliuca e Marchegiani. Gli azzurri furono protagonisti di un girone di qualificazione a corrente alterna, pur classificandosi al primo posto battendo il Portogallo nella sfida-spareggio con goal di Dino Baggio. Un’Italia non molto amata, quella di Sacchi, malgrado il raggiungimento della finale contro il Brasile. Non siamo mai soddisfatti e invece dovremmo porre l’attenzione sui valori essenziali della vita e dello sport. Per Luca Bucci possiamo certamente scrivere di uomo di sport, nel senso alto della parola. Onestà e solidarietà. Lo vedemmo infatti presente ad una manifestazione di beneficenza nella piccola Saluzzo, in occasione di un triangolare a scopo filantropico. Era appena arrivato a Torino, giugno del ’98, e ci tenne a far sentire, fuori dai circuiti altosonanti delle gare di raccolta fondi televisive, il suo appoggio a concrete iniziative di sostegno per i più bisognosi. Questo è Bucci, non solo portiere. E ha continuato a parare solo fino a quando si è divertito sul terreno di gioco, per poi passare i guanti ad altri più giovani. Sognò un nuovo mondiale e mai cessò di sperare in una convocazione per Giappone 2002 ma Giovanni Trapattoni gli preferì Christian Abbiati come terzo portiere.” Articolo di Pierluigi Larotonda, disegno di Stefano Cipolat