Disegno di Stefano Cipolat

Ma chi se lo ricorda quello? Quante volte la nostra memoria rammenta bene di alcuni e si dimentica di altri. Magari hanno svolto lo stesso lavoro, portano lo stesso cognome e sono pure parenti! Che dire di quel Quirico Majorana, uomo molto pratico, laurea in Ingegneria nel 1891 e successivamente in Fisica Sperimentale? Studioso che diede contributi importanti per lo sviluppo della telefonia e per la nascita della televisione. Eppure citiamo tutti certamente di più il nipote Ettore Majorana, genio della fisica teorica all’interno del gruppo conosciuto come “i ragazzi di via Panisperna”, guidati da Enrico Fermi. Leonardo Sciascia gli dedicò un bel saggio, “La scomparsa di Majorana”. Dello zio, invece, ci viene alla mente poco o nulla. Capita dunque di parenti che hanno svolto lo stesso mestiere, uno sulla bocca di tutti e l’altro nel pozzo della dimenticanza delle nuove generazioni.

Il caso, ad esempio, di Lorenzo Buffon, cugino di secondo grado del nonno di Gianluigi Buffon. Eppure Buffon, il primo, fu portiere di grandissimo valore, con ben quindici presenze in maglia azzurra. Tra i migliori degli anni Cinquanta. Come un buon capitano naviga con sicurezza anche nei canali stretti e attraversati da forti correnti, così era Lorenzo Buffon alla guida dei Rossoneri di quegli straordinari anni. Assieme al terzino destro Arturo Silvestri formò la difesa saracinesca del Milan campione d’Italia del ’55, il Milan dei tre scandinavi (Liedholm, Nordahl e Sorensen) che, si vocifera, ogni mese spedivano a casa somme di denaro per l’acquisto di terre e renne. Erano gli anni del miracolo economico italiano e del rock ‘n’roll. E un po’ rockettaro, almeno nel carattere espansivo, anche Lorenzo lo era. Amava, e ama ancora oggi novantenne, i classici della letteratura e la pittura. Viveur, si sposò con Edy Campagnoli, prima valletta di Mike Bongiorno. Era una donna elegante e non solo nell’abbigliamento. Buffon, esuberante atleta e aitante, possedeva una vigorosa personalità. Esordì non giovanissimo in Nazionale (9/11/1958, Francia – Italia 2 – 2, amichevole), in una formazione capitanata da Boniperti, migliore in campo e anima della squadra. Fu la partita d’esordio in azzurro anche per Sarti, Nicolè e Pascutti. Poche volte Buffon si faceva sorprendere dalle azioni degli avversari, di buon piazzamento anche se a volte non perfetto nelle uscite. Tra i pali, un leone, fiero come quello di Cheronea.” Articolo di Pierluigi Larotonda, disegno di Stefano Cipolat

Disegno di Stefano Cipolat