Costato all’Inter soltanto un milione (e le statistiche economiche ci indicano un valore equivalente a circa diecimila euro attuali) Ivano Bordon a diciannove anni non si fece trovare impreparato e difese la porta de La Beneamata nel momento decisivo del campionato (sostituendo il robusto Lido Vieri, squalificato per sei giornate).
Marzo 1971. A fine stagione questo portiere, già maturo nonostante la giovane età, vincerà lo scudetto con i Nerazzurri. Bordon è stato puntuale nelle parate come un tram milanese e di Milano prese tutto, in particolar modo l’affidabilità. Uomo di poche parole, timido, fu giocatore che trovò nella concentrazione la sua dote migliore. Sembrava essere nato vecchio tra i pali.
Sin dall’inizio mostrò rendimenti costanti, volando con una leggerezza rimastagli per tutta la carriera agonistica. Un baluardo della porta, che difese come un ghepardo difende i suoi cuccioli, con astuzia e tenacia. Conferma il suo valore anche in azzurro nella prima convocazione (25/1/1978, Spagna – Italia 2 – 1) alternandosi con Paolo Conti e compiendo parate decisive.
Le cronache del tempo ci raccontano di un Luciano Castellini dato per certo come il vice di Zoff per i mondiali in Argentina e, appunto, Conti e Bordon a giocarsela per il ruolo di terzo portiere. Spesso, però, è l’inatteso a vincere nella vita e nella terra di Borges ed Ernesto Sabato approdarono invece proprio quest’ultimi estremi difensori, con Bordon seconda riserva.
La speranza, come doveroso sia, di diventare il numero uno della Nazionale non la perse mai, nemmeno nei momenti più difficili con l’Inter. Come vice di Zoff, vinse il campionato del mondo 1982. Articolo di Pierluigi Larotonda Disegno di Stefano Cipolat