Venerdì 11 Gennaio, presso la sede del Liceo Classico Vitruvio Pollione di Formia, si è tenuta la quinta edizione della “Notte Nazionale del Liceo Classico” che quest’anno ha coinvolto ben 433 istituti classici d’Italia. Il tema scelto dal nostro Liceo è stato “Metamorfosi: Natura Arte Scienza”: un momento importante per la comunità della durata di sei ore (18:00 – 24:00) in cui sono stati messi in scena spettacoli organizzati dagli alunni con l’aiuto dei docenti, che hanno spaziato dalla danza alla recitazione. Tuttavia, il momento clou della serata si è avuto con lo pisicoterapeuta e sociologo Paolo Crepet che, incontrando studenti, docenti e cittadini, ha risposto alle domande postegli dai ragazzi coinvolgendo l’intero pubblico. Parole forti che sono entrate dritte nel cuore degli ascoltatori e che hanno messo in luce come i giovani di oggi siano diventati dei “veri e propri Buddha a cui è impossibile dire di no e a cui i genitori sono perennemente devoti”.
Altre tematiche affrontate sono state la tragedia di Corinaldo e l’eccessiva libertà dei ragazzi causata da un’educazione spesso inadeguata e permissiva da parte dei genitori; la scarsa ambizione dei ragazzi moderni; la legalizzazione delle droghe e l’importanza di inseguire i propri sogni. Proprio su quest’ultimo punto il sociologo si è soffermato maggiormente rispondendo a una delle domande ricevute: “Quanto è importante essere ambiziosi e rimanere sempre fedeli a se stessi?” La risposta è semplice: bisogna essere sempre curiosi, lottare per ciò in cui si crede e ammettere di non sapere per una continua ricerca della verità; ma soprattutto non si deve mai cambiare ed è necessario volere bene prima a se stessi che agli altri: solo in questo modo si potranno instaurare veri rapporti di amicizia basati sulla sincerità. Insomma, una serata senza dubbio ricca di emozioni che ha trattato il tema della metamorfosi sotto punti di vista diversi lasciando un’impronta indelebile anche nelle menti dei genitori e sottolineando l’importanza del cambiamento e della capacità di adattarsi, perché, come diceva Ovidio, “tempora mutantur et nos mutamur in illis”.
Cristina Forcina ID, Giulia Di Francia ID