Il progetto a cui ho preso parte si chiama ECOMED, un percorso che ha per oggetto l’ingegneria naturalistica ed il monitoraggio ambientale. Uno degli obiettivi principali dell’ingegneria naturalistica, infatti, è proprio quello di utilizzare materiali naturali a basso costo ma soprattutto a basso impatto ambientale, elementi recuperati in natura quali legname e pietre che insieme alla piantumazione di giovani arbusti, talee di salici e piante autoctone, ci hanno permesso di realizzare opere di ingegneria naturalistica aventi lo scopo di sostegno e salvaguardia dell’ambiente.
Le prime lezioni si sono svolte nell’aula magna dell’istituto Tallini di Penitro ed i docenti esperti, l’Ingegnere Menegazzi ed il professore universitario Paolo Cornellini, ci hanno illustrato vari esempi, nonché tecniche necessarie per far fronte alla salvaguardia dell’ambiente.
Successivamente gli insegnanti ci hanno portato su un cantiere didattico per mettere in pratica le lezioni teoriche che hanno dato inizio al nostro percorso. Il primo modulo prevedeva la visita presso un vivaio di Itri durante la quale abbiamo potuto osservare i vari tipi di piante, selezionandone quelle più adatte per il nostro lavoro.
Presso il cantiere didattico di Villa Iaccarini ad Itri, dopo aver effettuato il rilievo topografico dell’area, ci siamo messi all’opera per realizzare una palificata viva ed una grata latina, necessarie opere di contenimento per prevenire il dissesto idrogeologico della zona. Il secondo modulo del progetto ha riguardato il monitoraggio delle rive dei fiumi. Dopo le lezioni teoriche, anche in questo caso abbiamo fatto un sopralluogo a Gaeta per visionare il torrente Pontone e successivamente ci siamo recati ad Atina nei pressi del fiume Melfa, luoghi ove abbiamo potuto analizzare le opere già realizzate per studiarne le potenzialità o le eventuali modifiche. Il percorso si è concluso con il terzo modulo che prevedeva il monitoraggio delle coste e lo studio nonché le tecniche necessarie per far fronte all’erosione costiera. Anche in questo caso alle lezioni teoriche sono seguite le uscite didattiche prima a Sabaudia, al parco nazionale del Circeo e poi alle saline di Tarquinia per verificare sia lo stato dei lavori già eseguiti in passato, sia l’arretramento del sistema dunale. La chiusura del progetto ha previsto in conclusione un’ultima uscita presso il parco regionale Riviera di Ulisse, sul Monte di Scauri per vedere chiaramente l’azione del mare sulla costa rocciosa.
Matteo Di Russo classe 4b cat `Bruno Tallini` Formia