Mai come in questo rovente luglio del 2024 si è parlato tanto di Scauri. 

Chiara Valerio ha ambientato qui il  giallo entrato in sestina al Premio Strega, e ora metà dei lettori di tutta Italia sanno che esiste e dove si trova.

Eppure di Scauri non ce n’è una sola. 

Lo dimostrano bene i due illustri studiosi di questo saggio, con una monografia pubblicata per offrire a lettori e  appassionati una versione inedita della storia locale.

Che il nome Scauri fosse legato alla villa di Emilio Scauro era una certezza fino a qualche tempo fa. 

Niente di più facile: il console romano si innamora del posto, vi costruisce una villa magnifica, e il luogo prende il suo nome.

Una storia che sembra ineccepibile. 


Ma la Storia è un sacro fuoco. E quando vuole, sa mettere tutto in discussione, soprattutto le certezze. 

Il dubbio può essere un virus positivo. E la risposta, anche se smentisce le nostre credenze, c’è di bello che si porta dietro tante altre storie, molte delle quali poco conosciute, eppure dotate di grande suggestione. 

Per esempio quella di un erudito del ‘700, Francesco Maria Pratilli,  che per pura associazione linguistica accosta il console e senatore alla cittadina sul mare, e, suo malgrado, viene considerato fonte certa per tutti gli storici successivi. Un eroe per caso, insomma, che fonda senza saperlo una fantasia ad uso e consumo del turismo locale.

Lo studio di Cardillo e Miranda vi dimostrerà come le leggende, per quanto affascinanti, rimangano tali, e vi porterà in giro per il mondo, alla scoperta di tanti luoghi del Mediterraneo che portano lo stesso nome, Scarium, quello di un approdo marittimo, un cantiere navale, un luogo dove le imbarcazioni si tirano in secca. Posti nei quali  a fare da ponte sono le parole: dalla Catalogna alla Sicilia, alla Provenza fino alle sponde della Turchia. 

E lo stesso per il termine  che indica la barca, la scaula (dal latino scaphula), lontana antenata della gondola, che avvicina Scauri nientemeno che a Venezia,  in lontani paralleli altomedievali, in cui i bizantini erano presenti a Venezia e Gaeta.

Luoghi e nomi che si portano dietro tutta la suggestione di popoli dimenticati. 

Quando a parlare sono i documenti, è facile che si riesca a fare un viaggio nel tempo: pagine che raccontano di assalti saraceni, genovesi e veneziani, del potere dell’Abbazia di Montecassino, dei dissidi tra angioini e aragonesi.

Un lavoro rigoroso e originale che viene dalla testa e dal cuore di due studiosi non accademici.  

Uscire dalle aule universitarie significa anche rivolgersi ad un nuovo pubblico, quello degli appassionati, e parlare loro con un linguaggio ammaliante e divulgativo (basti pensare alle bellissime immagini a corredo dell’opera), senza rinunciare ad un intransigente metodo scientifico. 

(A piedi nudi nel parco, blog letterario)

https://piedinudinelparco.blogspot.com/2024/07/scauri-tra-scaulae-e-scarium.html