Ci aveva provato il grande scrittore di fantascienza Ben Bova. In un suo racconto (Errore di calcolo – pubblicato in Italia il 24 giugno 1973 numero 621 collana Urania-Mondadori) un matematico puro, Nathan French, giunge a formulare in termini numerici la certezza di prevedere i terremoti. – Ritengo che sia possibile elaborare un metodo per preconizzare i terremoti- dice al suo capo di laboratorio, il dottor Moneygrinder. Narrazione parecchio ironica, in cui Nathan (...Era alto, gli piaceva giocare a pallamano, balbettava leggermente quando si agitava, e la sua faccia evocava subito l’idea di un cavallo…) scarabocchiando le equazioni col gesso giallo su una lavagna color fucsia, dimostra che si può predire la data di un sisma, la località in cui si verificherà e l’intensità.
Giampiero Iaffaldano, e questa non è fantascienza, docente di Geofisica della Terra solida dell’Università di Parma, è l’autore di due studi pubblicati sul “Journal of Geophysical Research: Solid Earth” e su “Scientific Reports” inerenti la prevedibilità dei terremoti. Questi studi innovativi stanno a dimostrare che esistono segnali associati ai terremoti rilevabili da GPS (lo stesso sistema che viene utilizzato su mappe e navigatori degli smartphone) molto prima e molto lontano, e che quindi potrebbero essere potenzialmente sfruttati per mitigare il rischio sismico.
Il primo studio è intitolato Variations of Whole–Adria Microplate Motion During the Interseismic Phase Preceding the MW 6.3, 6 April 2009 L’Aquila (Italy) Earthquake, ed è uscito a giugno sul “Journal of Geophysical Research: Solid Earth”. Il secondo, intitolato Impact of the 2008 MW 7.9 Great Wenchuan earthquake on South China microplate motion, è stato pubblicato a luglio su “Scientific Reports”.
La superficie terrestre è divisa in un mosaico di placche tettoniche che si muovono in direzioni diverse a velocità comprese fra pochi millimetri e centimetri l’anno. I moti tra placche in contatto fra loro generano un lento accumulo di energia, che viene poi rilasciata improvvisamente attraverso i terremoti. Secondo gli studi del professor Giampiero Iaffaldano a loro volta i terremoti e la loro lenta fase preparatoria di accumulo di energia (che, insieme, prendono il nome di ciclo sismico) hanno effetto sui moti delle placche. Dunque il ciclo sismico è in grado di modificare il moto di intere placche tettoniche. Ci sono, in conclusione, segnali potenzialmente precursori anche anni prima e a grandi distanze dai grandi terremoti.
Bisogna altresì dire che al momento anticipare la data di un terremoto non è possibile e quindi ci rifuggiamo nella fantascienza di Ben Bova e nel racconto Errore di calcolo. E chi avrà voglia di leggerlo scoprirà che sarà proprio un errore nella quattordicesima serie di equazioni a validare la tesi di un bizzarro matematico californiano. Il terremoto, puntuale, avvenne di giovedì pomeriggio, alle due e trentadue, e…Nathan andò a guardare la sconfinata distesa d’acqua che si apriva davanti a lui, verso est.