Giuseppe Simeone, capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale del Lazio e presidente della commissione sanità, ha dichiarato: “E’ un anno ormai che è iniziata la guerra contro il Covid 19. In commissione regionale sanità allora parlavamo dell’esigenza di implementare il numero di dispositivi per difenderci contro il contagio, oggi siamo qui per parlare di una fase nuova, quella in cui finalmente ci vede all’attacco, grazie ai vaccini, per sconfiggere e far arretrare questo virus che ha lasciato sul campo troppe vittime e continua, purtroppo, a mieterne altre.
L’audizione dell’assessore alla sanità D’Amato in commissione oggi è stata, infatti, l’occasione per fare il punto della situazione sulla campagna vaccinale nel Lazio. In questo contesto ho chiesto che sia data maggiore attenzione verso i territori. Nel Lazio ci sono realtà che si stanno impegnando molto per somministrare le vaccinazioni ed allestire gli Hub anche in previsione dell’implementazione delle dosi. Lo dimostrano i centri realizzati a Roma, come quello della stazione Termini o all’Eur, ma anche a Frosinone dove il direttore generale della Asl ha messo in campo una scommessa per creare una rete vaccinale capace di arrivare all’obiettivo ambizioso, certo, ma evidentemente praticabile, di 5.000 inoculazioni al giorno, il tutto in una provincia caratterizzata da un territorio complesso. Mi auguro che la nomina del nuovo direttore generale della Asl di Latina comporti un cambio di passo in tal senso a partire dal coinvolgimento pieno del medici di medicina generale che si sono messi a disposizione ma brancolano nel buio a causa della mancanza di direttive precise su come procedere e con chi rapportarsi.
Allo stesso tempo, se l’intenzione della Regione, come annunciato dall’assessore D’Amato, è di vaccinare 4milioni di cittadini entro l’estate con una modalità di somministrazione giornaliera tra le 50 e le 60mila dosi, l’organizzazione deve essere omogenea in tutto il Lazio con l’implementazione e la rigorosa organizzazione dei centri di somministrazione, una equa distribuzione delle dosi nonché, ovviamente, della dotazione del personale necessario ad effettuarle. Non possono esserci territori di serie A e di serie B e, soprattutto, i cittadini hanno il diritto di accedere agli stessi servizi al di là della provincia o del Comune di residenza. Le prestazioni vanno avvicinate ai territori per evitare viaggi della speranza e disagi che, non solo a causa del Covid, non possiamo permetterci”.