Gaeta: in arrivo i soldi per il porto – L’Onorevole Raffaele Trano in una nota stampa comunica: “Il sistema portuale del Mar Tirreno Centrale, e dunque le economie portuali di Gaeta, Fiumicino e Civitavecchia, in questi ultimi mesi sono stati spesso una priorità del mio impegno istituzionale. Mi sono dovuto battere e districare tra le molte altre istanze, per cercare di ottenere sufficienti ristori da destinare al sistema portuale del Mar Tirreno Centrale, finito inevitabilmente anch’esso nel vortice delle conseguenze devastanti causate dalla pandemia alle nostre economie.
Gaeta: in arrivo i soldi per il porto – Il lavoro e l’impegno che ho profuso proprio nei confronti del competente Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (MIMS), sono stati ripagati, e nelle ultime ore, proprio dal Comitato di Gestione dell’Autorità portuale, hanno reso noto l’arrivo di 11,3 milioni di euro, che hanno anche provveduto ad inserire nel proprio Bilancio, con una opportuna variazione.
Ovviamente a questo punto, tutto il lavoro svolto non va disperso e deve essere ottimizzato al meglio, perché dei soldi arrivati resta ancora da impegnarne e spenderne circa la metà, ovvero 5,2 milioni di euro, e ho perciò dunque immediatamente scritto al presidente dell’Autority Pino Musolino, al quale ho chiesto che queste somme vengano spese con la giusta cura, per il completamento e la manutenzione di opere che rappresentino una reale occasione di rilancio.
Gaeta: in arrivo i soldi per il porto – Perché non ho potuto e non posso infatti fare a meno di ricordare che la spesa per realizzare un nuovo piazzale di 80mila metri quadrati, all’interno del porto di Gaeta, rischia seriamente di diventare l’ennesima cattedrale nel deserto di un certo modo di fare politica, che bada solo alle passerelle e agli spot, ma che non presta alcuna attenzione a come i soldi vengono spesi e quale utilità pubblica possono generare.
Non si capisce infatti con quale logica e con quale bizzarra idea di attenzione per il corretto svolgimento di alcune attività portuali, si possano affidare solo ad alcuni operatori portuali le adeguate strutture per la movimentazione delle merci, privandone degli altri. Il rilascio di alcune concessioni, infatti, non può e non deve essere ad esclusivo appannaggio di certe imprese che danno solo l’apparenza di operare, mentre molti altri operatori realmente impegnati ed interessati ad uno sviluppo complessivo del porto fanno sempre la parte dei figli di un dio minore, di cittadini e imprenditori di serie B.
Gaeta: in arrivo i soldi per il porto – Allo stesso modo, non può che essere fortemente negativa la valutazione che ci troviamo costretti a fare sulla spesa per la realizzazione di un assurdo mercato del pesce, realizzato e imposto ai molti operatori impegnati nel settore del commercio ittico di Gaeta, in luogo del precedente sito storico, situato su Lungomare Caboto. L’opera è un trionfo di superficialità, cura mediocre e soldi spesi male, che lascia gli operatori ittici lavorare completamente esposti alle intemperie, e addirittura già si osserva un evidente ammaloramento di parte della “nuova” struttura.
Insomma in questo momento di grande difficoltà economica, ogni singola opportunità di sviluppo e di rilancio va affrontata con grande attenzione, serietà e competenza. Perciò credo che le situazioni, le criticità e le proposte che ho segnalato all’Autorità Portuale, debbano essere seriamente prese in considerazione allo scopo di ottenere risultati e soluzioni immediate per ridare dignità ad una rinnovata e reale concorrenza tra le imprese del porto e dunque anche alla qualità dei servizi offerti.
La città di Gaeta non può dunque essere solo meta di investimenti per realizzare qualche marciapiede, fatti peraltro anche male, mentre viene colpevolmente abbandonata la ben più importante e concreta questione dello sviluppo dei traffici portuali. Il porto e la città rappresentano un hub portuale strategico fondamentale e meritano maggiore attenzione e rispetto per le criticità, per gli operatori coinvolti e soprattutto per come vengono spesi i soldi, al di là di ogni tornaconto politico personale o di filiera.”