Riporto di seguito un articolo del collega giornalista Daniele Dell’Orco pubblicato oggi 9 marzo sul quotidiano Il Giornale che condivido totalmente.
Un consiglio a Sara Battisti e a tutti gli altri: non nominate fatti o avvenimenti che non conoscete.
Nelle foibe sono morti fratelli italiani, a cominciare da tutta la classe dirigente.
Assassinati in modo crudele senza avere alcuna colpa se non quella di essere italiani due volte, la prima volta per nascita e la seconda per scelta.
Morti a fine guerra quando l’Italia si chiamava ancora non Paese ma Patria…da pater, padre.
Scrive testualmente Daniele Dell’Orco: Sara Battisti, consigliere regionale del Pd nel Lazio, risponde sui social a un commento di un utente con la solita frase “E allora le foibe?” che ironizza sul dramma del confine orientale
C’è una new entry nel grande fronte della doppia morale in politica.
È Sara Battisti, consigliere regionale del Pd nel Lazio, che ha pensato bene di insultare via social le vittime delle foibe.
L’esponente della giunta Zingaretti ha promosso, approfittando della ricorrenza dell’8 marzo, una proposta di legge regionale per abbassare l’Iva (al momento al 22%) su prodotti indispensabili per l’igiene femminile, come gli assorbenti.
Per porre rimedio a quella che definisce una tassa “gravemente ingiusta”, ha proposto di fornire alle giovani donne dai 14 ai 35 anni con Isee inferiore ai 20.000 euro un bonus assorbenti di 20 euro l’anno.
Non certo un tesoretto, ma passi pure il carattere simbolico dell’iniziativa.
Fin qui pertanto, nulla di strano.
La Battisti la prodezza la realizza dopo, quando decide di postare sui suoi canali social la rassegna stampa dedicata al progetto.
Tanto per festeggiare il traguardo.
Era lecito attendersi che, in un momento delicato come quello che stiamo vivendo, e a fronte delle disattenzioni, delle incognite e delle manchevolezze della Regione che amministra al fianco di Zingaretti (basti pensare al mascherine-gate, ancora irrisolto), qualcuno potesse avere l’ardire di commentare con qualche critica, anziché togliersi il cappello.
Sotto il suo post, un utente ribatte: “A proposito, i vaccini per gli autisti del trasporto pubblico? Vedo che ci sono problemi più gravi rispetto alle vaccinazioni delle categorie a rischio. Complimenti!”.
Sara Battisti non trova altra argomentazione migliore di: “E allora le foibe?”
Il solito, spregevole motivetto coniato da Caterina Guzzanti in uno sketch televisivo e diventato ormai celebre tra i progressisti per sconfessare e sminuire qualsiasi argomentazione che non condividono (anche fondata, come in questo caso) declassandone la portata come fosse un’assurdità complottista.
Per di più prendendosi gioco della memoria di decine di migliaia di persone trucidate nelle cavità carsiche del confine orientale dai partigiani titini e della sofferenza di intere famiglie che ne tengono viva la memoria, raccontate nel libro Verità infoibate di Fausto Biloslavo e Matteo Carnieletto.
Se però di norma sono negazionisti vari, associazioni di partigiani, comici, sedicenti storici o militanti dei centri sociali a ricorrere a questo “intercalare”, colpisce che a farne uso stavolta sia una amministratrice regionale, a meno di un mese dalle celebrazioni della Giornata del Ricordo del 10 febbraio.
Per Sara Battisti, a quanto pare, offendere le vittime dell’odio etnico e politico non rappresenta una “grave ingiustizia”.
E le sue parole fanno già discutere: “La risposta data dal consigliere Battisti oltre a essere di una gravità inaudita e l’ennesima riprova che la sinistra non riesce proprio a fare pace con la storia e continua vergognosamente a ironizzare su tragedie che hanno colpito il popolo italiano”, dice Chiara Colosimo, consigliere FdI in Regione Lazio, “La Battisti dovrebbe chiedere scusa e magari, già che c’è, affiancare ad una proposta di legge che è solo un retaggio femminista la richiesta di togliere l’IVA sui prodotti dell’infanzia”.