La Leopolda è il nome con cui viene indicato un convegno politico ideato e lanciato da Matteo Renzi a partire dal 2010, convegno che si svolge ogni anno in autunno, a Firenze, presso l’ex Stazione Leopolda. Quest’anno si terrà la decima edizione, dal 18 al 21 ottobre. Per voltare pagina sceglie ancora una volta la Leopolda, così come fatto dal 2010 ad oggi, l’ex leader del Partito Democratico fa fermata alla storica stazione di Firenze prima di prendere la rincorsa con il suo nuovo progetto. Infatti questa volta in ballo c’è l’uscita dal suo partito e la creazione di gruppi di suoi parlamentari alla Camera dei Deputati e al Senato della Repubblica per il lancio di un movimento di stampo macroniano. La prima volta di Renzi alla Leopolda, nel 2010, rappresentò una scarica elettrica per un partito nato solo tre anni prima, ma che apparve già stanco. Il titolo scelto per il debutto fu “Prossima fermata Italia”, che gioca sul concetto di stazione mettendo al centro il Paese.

Nicola Zingaretti e Federico Fauttilli

Ma l’effetto si fa sentire soprattutto sul partito: è infatti la certificazione della rottamazione con cui Renzi punta l’accento sulla necessità di un forte cambio di classe dirigente nel partito. Da quel momento inizia la battaglia interna al partito tra renziani e dirigenti del calibro di D’Alema, Bersani, Bindi, Fassino. L’anno successivo è la volta del Big Bang: il nome della seconda edizione riprendeva il concetto del rinnovamento radicale, dell’esplosione che mette in moto una nuova nascita. Il bersaglio è il Pd del segretario Pier Luigi Bersani e dalla seconda edizione della Leopolda arriva forte l’appello a superare l’automatismo del segretario – candidato premier a favore delle primarie per la premiership. Cosa che puntualmente avvenne: l’anno successivo fu proprio Renzi a sfidare Pier Luigi Bersani per la carica di candidato alla presidenza del Consiglio. Nel 2012 la kermesse renziana, con lo slogan Viva l’Italia viva (denominazione ora ripresa per il suo partito nuovo di zecca), si svolge in piena campagna elettorale per le primarie di coalizione: Matteo Renzi sfida Pier Luigi Bersani, ma ne esce sconfitto.

Getta comunque il seme per la rivincita. Anche la quarta Leopolda, nel 2013, si svolge durante la campagna elettorale per le primarie del Pd. Lo sfidante è Gianni Cuperlo e Matteo Renzi sente di avere la vittoria in pugno, dopo che Bersani ha fallito il tentativo di mettere in piedi il governo. Presidente del consiglio è diventato Enrico Letta, sostenuto da una maggioranza di grandi intese. E proprio dalla Leopolda 2013 Renzi comincia a sparare sul premier fino al famoso tweet “Enrico stai sereno” e l’avvicendamento a Palazzo Chigi. L’edizione del 2014 è la prima di governo per Renzi che, dopo essere diventato segretario dem, conquista anche il partito. Ma lungi dall’abbracciare toni più soft, il rottamatore mette nel mirino sindacati e sinistra dem che, mentre la Leopolda è in corso, partecipa alle manifestazioni della CGIL. L’articolo 18 è come il gettone per l’Iphone, dice tra le altre cose Renzi. Di lì a poco, il Jobs Act segna prima la spaccatura politica, poi la vera e propria scissione dei bersaniani dal Pd. La sesta edizione si è svolge dall’11 al 13 dicembre 2015.

Fauttilli Federico

Renzi ha il vento in poppa e lancia il progetto di “mille Leopolda in tutta Italia” per sostenere il referendum costituzionale. Ma per l’ex rottamatore, che dal palco rivendica i risultati del suo governo, è anche la Leopolda delle proteste dei truffati dalle banche un tema che avrà un impatto anche sul referendum costituzionale e sulle elezioni politiche del 2018. La Leopolda 2016 è segnata dal Sì e No del quesito referendario sulla riforma della Costituzione. Riforma con la quale Renzi si gioca il futuro a Palazzo Chigi e alla guida del Pd. Il premier in carica ha personalizzato la campagna referendaria, la sinistra del partito lavora per il No. Un mese più tardi Renzi, sconfitto, si dimette da Palazzo Chigi. L’ottava edizione dal 24 al 26 novembre 2017: i toni sono diversi. Con l’uscita dei bersaniani dal partito, Renzi si può concentrare sul fronte esterno, sul M5S che è l’avversario da battere alle politiche del marzo 2018. Punta tutto sul tema europeista, ancora una volta si mette in gioco in prima persona e ancora una volta gli risulterà fatale. Ritorno al Futuro significa ritorno alla Leopolda di lotta e Matteo Renzi lancia i suoi comitati civici. Nelle intenzioni dell’ex segretario si tratta del germe di un nuovo movimento, simile per ispirazione a En Marche. Quasi un anno più tardi, la crisi di governo e la nascita del Conte Due – alla quale darà un contributo decisivo dando disco verde all’accordo Pd – M5S – lo porterà a cambiare i suoi programmi. Tra pochi giorni alla Leopolda 10 Renzi fonderà il suo partito.

Quale sarà la ricaduta sulla provincia pontina? A tal proposito chi scrive contatta l’ex parlamentare ed ex dirigente generale della pubblica amministrazione Federico Fauttilli di Priverno, residente a Latina capoluogo. È considerato l’elemento di spicco del Movimento Italia Viva sul territorio provinciale e gode di largo credito. Oltre ad essere stato assessore provinciale, presidente di commissione alla Regione Lazio e parlamentare, ha ricoperto ruoli delicati nella pubblica amministrazione sino a direttore generale di Palazzo Chigi. Spiega: “Stiamo vivendo la fase costituente. Regole certe saranno dettate e sottoscritte in occasione della Leopolda di metà ottobre. Prima ancora che Matteo Renzi annunziasse la sua decisione avevamo costituito dei comitati di azione civile, partendo da Latina. Comitati su tematiche specifiche quali la scuola, il sapere, il paesaggio, la democrazia. Abbiamo anche promosso una raccolta di firme per un’iniziativa popolare: lo ius culturae”.

La riforma favorirebbe l’acquisizione della cittadinanza degli stranieri più integrati, nati in Italia da genitori stranieri con permesso di soggiorno di lungo periodo (ius soli temperato) o residenti in Italia da prima dei 12 anni e avendo frequentato per almeno cinque anni il luogo di integrazione per eccellenza: la scuola (ius culturae). Un’ultima domanda all’onorevole Federico Fauttilli. Cosa prevede per il futuro in provincia? “Molti mi telefonano per chiedere consiglio su come procedere e come aderire a Italia Viva. La mia risposta è sempre la stessa, bisogna attendere qualche giorno e attendere gli imput provenienti dalla Leopolda 2019. Personalmente a prescindere dall’evento fondativo sono andato ogni anno alla Leopolda”. Nel comprensorio del Golfo di Gaeta vi sono politici, amministratori e semplici cittadini che si sentono attratti dalla nuova proposta politica. A Minturno sono accreditati in tal senso il vice sindaco l’ingegnere Daniele Sparagna, lista civica Minturno Cambia, e l’assessore tecnico Elisa Venturo. Strategie e progetti che analizzeremo a breve.