Francesco Carta ha pubblicizzato un documento dell’Associazione Comunità del Lazio Meridionale e delle Isole Pontine estremamente attuale in questo momento. Il testo recita: “Secondo le intenzioni della Regione Lazio e del Presidente Nicola Zingaretti, la riattivazione della ferrovia Formia – Gaeta rappresenta uno snodo essenziale per riorganizzare e qualificare la mobilità nell’intero comprensorio del Golfo di Gaeta. In questo quadro, il trasferimento di merci e passeggeri da gomma su ferro è sicuramente auspicabile ma punti sostanziali sono la quantità di quel trasferimento e la sostenibilità economica. È chiaro, però, che la riattivazione della sola “littorina” avulsa dalla risoluzione delle note problematiche della viabilità del comprensorio, rischia di essere insufficiente”.

Sede della Regione Lazio

Quindi l’associazione evidenzia a tal proposito: “È urgente, infatti, adeguare, ristrutturare e riorganizzare le strade esistenti anche con originali interventi di mitigazione come sottopassi ed interramenti, utilizzando risorse per fluidificare il traffico e al tempo stesso riqualificare la costa abbondantemente manomessa da uno sviluppo disordinato. Da troppo tempo le strade della nostra costa sopportano ormai un traffico di gran lunga superiore alla loro sostenibilità. Siamo convinti che, senz’altro, gli attori del progetto abbiano valutato la sostenibilità economica della riattivazione della ferrovia Gaeta – Formia, da troppo tempo attesa per l’impatto che potrà avere sulla mobilità del Golfo”. Gli esponenti dell’associazione ribadiscono: “Non possiamo non esprimere preoccupazione però su quali saranno gli investimenti futuri e i progetti da mettere in campo, tenendo conto che non ci troviamo in una fase di ricchezza di risorse da spendere. In un quadro di risorse abbondanti non ci sarebbe storia: è meglio avere un collegamento su ferro tra Gaeta e la stazione di Formia, che non averlo. In un quadro di risorse limitate (se non prossime allo zero), qualche ragionamento è invece utile farlo”. Drammatica la previsione: “Confidando solo sugli utenti attratti dalla nuova linea attraverso la sottoscrizione degli abbonamenti e la vendita dei biglietti è evidente che non si riesca a coprire per intero i costi di gestione. Gestire la tratta con 16 coppie di corse al giorno significa spendere non meno di 1,5 milioni all’anno.  La vendita dei biglietti e la sottoscrizione degli abbonamenti, stimati sui dati del pendolarismo lavorativo e del numero degli studenti, coprirebbero circa un terzo del costo annuo. Al momento non prevedibili gli incassi derivanti dalla movimentazione turistica che è, peraltro, stagionale. Perciò senza l’intervento regionale, anche sulla gestione la tratta sarebbe in perdita. L’utilizzo della tratta per servizio merci da e per il porto, laddove diventi prevalente comporterebbe degli apporti significativi anche se il porto di Gaeta serve un territorio limitato, compreso tra il Lazio meridionale, l’alta Campania e una parte del Molise, e risente fortemente della concorrenza degli altri scali del medio Tirreno (Civitavecchia, Napoli e Salerno). Per questo pensiamo che senza il sussidio regionale per la gestione l’opera corra il rischio di fermarsi e non essere utilizzata”. Francesco Carta conclude: “Meglio affrontare i problemi per come sono: senza sussidio da parte della Regione non si va da nessuna parte. A meno che il comune di Gaeta, quello di Formia e il Consorzio industriale intervengano con propri fondi di bilancio a pareggiare le spese. Come affermato in premessa il progetto di riattivazione della tratta va inquadrato nella visione più complessiva della mobilità del golfo di Gaeta. Non è solo un fatto ingegneristico. Treni, autobus extra urbani e urbani vanno integrati in un progetto unitario, fatto di linee, di parcheggi di scambio, di servizi, di adeguamenti viari per fluidificare il traffico di attraversamento in tutta l’area del Golfo. Confidiamo, quindi, che la Regione coltiverà e continuerà a sostenere la riattivata tratta ferroviaria e si impegnerà a risolvere anche le questioni collaterali alla mobilità, solo parzialmente risolta con la riattivazione della littorina, orientando le sue scelte anche in base alle strategie di fondo proposte dagli enti locali e degli attori di questa partita, nonché alle conoscenze specifiche, ai bisogni primari e all’impegno che essi profondono per perseguirle”. Da meditare.