Numerosi cittadini formiani da sempre impegnati in politica o conoscitori delle dinamiche partitiche formiane che di seguito elenchiamo Valter Loi, Francesco Di Maio, Ilaria Cicione, Stella Erotico, Salvatore Genco, Mattia Aprea, Patrizia Menanno, Clide Rak, Fulvio Spertini, Maria Rita Manzo, Biagio Magri, Francesco Carta, Gennaro Di Fazio, Luigi Pinelli, Marcello Di Marco, Giuseppe Cannavale, Vincenzo De Meo, Giancarlo De Filippo, Fulvio Farinella, Antonio Schiappa, Giuseppe Paliotto, Pasquale Gionta, Alessandro Carta, Michele Mottola, Rosalba Troisi, Maria Luigia Lorello, Lidia Sparagna, Giuseppe Romano, Mauro Scipione, Enza Liberace, Veruscka Cossuto, Ada Filosa, Vincenzo Isernia, Roberta Trombetti hanno sottoscritto congiuntamente il seguente documento: “La crisi amministrativa rischia di riportare il Commissario a Formia. Sarebbe la seconda volta in poco più di due anni e per giunta in piena crisi sanitaria ed economica che resta un’ipoteca gravissima sul futuro della comunità locale e nazionale.
Certamente non sarebbe il Commissariamento la causa dell’immobilismo già in essere: il progetto nato per cambiare e rinnovare partiti e politica, di fatto, non ha retto alle tensioni di interessi troppo diversi e contrapposti determinando l’attuale situazione.
Rimane il fatto che, in ogni caso, risultano ancora oscure le vere ragioni per cui cadrebbe l’amministrazione di Formia.
Restano i gravi ritardi nella progettazione e attuazione di opere strategiche (viabilità e portualità), nella discussione del nuovo Piano Regolatore e di tutto ciò che avrebbe potuto e dovuto rilanciare la città verso una ripresa economica.
Resta il nodo di una sanità falcidiata dai tagli e dai ritardi.
Anche il panorama politico generale mostra, ancora una volta, scarsa responsabilità, confusione, incapacità del senso più alto di servizio nei confronti della nostra comunità. In nemmeno tre anni abbiamo avuto due crisi che azzerano il governo locale, in questo modo non è possibile mettere in campo alcun progetto strategico di lunga durata, nessuna opera pubblica di largo respiro, nessuna continuità che nel caso delle opere infrastrutturali è indispensabile.
Sono anni che vengono reiterate proposte insostenibili, stantie, che non hanno un minimo di genialità e di condivisione responsabile per concretizzarle.
Ancora una volta l’impressione che si coglie è quella dei giochi e delle consorterie che nulla hanno a che fare con i drammatici problemi che stiamo vivendo.
È tempo di riannodare i fili, ricostruire un perimetro di valori di idee e chiamare tutti a condividere un cammino che possa ricondurre ad un progetto condiviso di città, con patti chiari, lavorando assieme in modo stabile e coerente.
Occorre rompere coi tatticismi ed accordi di esclusivo interesse di parte che poi, come i fatti dimostrano, non consentono di reggere alla prova del governo della città.
Pertanto riteniamo che l’ingresso del solo consigliere Claudio Marciano in maggioranza non sarebbe sufficiente a dare la sterzata giusta e dunque è bene che resti fuori da una eventuale ricomposizione della maggioranza.
Le nostre comunità del golfo, i nostri medi e piccoli paesi sono attraversati da fratture sociali, da divisioni fra generazioni e appaiono sempre più luoghi del disagio dove crescono povertà, rancore e paura e dove il futuro è una parola vuota e senza speranza.
La metà degli italiani (50,8%) ha dichiarato di avere sperimentato un’improvvisa caduta delle proprie disponibilità economiche, con punte del 60% tra i giovani, del 69,4% tra gli occupati a tempo determinato, del 78,7% tra gli imprenditori e i liberi professionisti.
L’emigrazione giovanile, resa particolarmente drammatica per l’assenza di adeguate prospettive di lavoro, sta dissanguando i nostri territori.
Queste sono le emergenze autentiche che stiamo vivendo e ad esse dobbiamo dare risposte.
Il mondo del lavoro, le imprese, i lavoratori, i giovani hanno bisogno di riferimenti certi, di istituzioni solide, di forze politiche organizzate, che sappiano condividere un progetto di città pur nella reciproca diversità e che siano effettivamente a servizio della comunità locale.
Per questo facciamo appello a quanti vogliano impegnarsi per un progetto di buon governo, in cui l’azione politica sia totalmente ancorata alla soluzione dei problemi della città, in modo chiaro e concreto.
Un progetto che segni con nettezza il confine delle alleanze programmatiche e politiche rispetto a quelle forze della destra – ci dispiace dirlo – che storicamente hanno sempre perseguito interessi di parte e di bottega e che non sono e non saranno in grado di risolvere i nodi fondamentali che affliggono la nostra città.
Questo è quanto chiediamo a tutte le forze democratiche e progressiste, politiche, associative, sociali, culturali, del volontariato e ai singoli cittadini”.
Un appello che sarà raccolto o cadrà nel vuoto?
Ai posteri l’ardua sentenza.