Vi sono tanti modi di fare politica e di proporsi all’elettorato. Io credo nei giovani e penso che la mia generazione abbia il dovere di aiutarli a prendere coscienza delle loro capacità e potenzialità. Vanno aiutare ad assumere ruoli di responsabilità e a decidere condividendo il potere istituzionale con le altre generazioni. Non debbono delegare supinamente e un modo per incidere è quello di votare i propri coetanei. Chi scrive sa bene che a Fondi a settembre ai nastri di partenza vi saranno almeno cinque candidati alla poltrona di primo cittadino ma è parimenti importante come sarà composta l’assise civica. Il sottoscritto crede in Maria Luisa Fiore, una giovane che è fortemente attiva nel mondo sociale, culturale e ambientalista. È candidata con la lista Riscossa Fondana che sostiene Luigi Parisella. Si rivolge ai suoi potenziali lettori citando una frase estremamente significativa: “Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo”.
Ed è proprio con queste parole che la giovanissima donna Malala Yousafzai inizia a raccontare la sua storia nel libro “Io sono Malala”, scritto sei anni or sono e pubblicato da Garzanti. Nata e cresciuta nella Valle dello Swat, in Pakistan, è costretta ad abbandonare la sua terra natia nel 2012 perché amava fare ciò che per la gente di quel luogo non è concepibile: studiare. La sua curiosità non passa inosservata agli occhi dei suoi vicini, che iniziano a minacciarla in pubblico e con i bigliettini in privato. Non si è fermata neanche davanti a tre proiettili che la colpiscono in volto lasciandola in fin di vita dopo che un uomo aveva assalito il vecchio bus che la portava a casa assieme alle sue compagne l’ultimo giorno di scuola. Colpevole di aver gridato al mondo il suo desiderio di apprendere andando a scuola, a soli 15 anni, secondo i talebani, deve morire. Dopo la convalescenza, il 13 ottobre inaspettatamente si risveglia a Birmingham, dove assieme alla famiglia si è rifugiata. Le è stato conferito il Premio Nobel per la Pace, la più giovane nella storia del riconoscimento.
Afferma Maria Luisa Fiore: “Mai frase fu più vera. E non soltanto nel contesto geografico e culturale in cui la scrisse Malala. Lo studio apre le mente. Attraverso il confronto di idee ci si arricchisce: si acquisiscono prospettive diverse, se ne producono di nuove e, al contempo, si sviluppa la capacità di ragionamento. Credo che lo studio debba essere il punto di partenza per la futura classe dirigente, un’arma contro il miserabile modus operandi della vecchia politica”. Cari giovani non votate secondo le indicazioni degli adulti ma secondo i vostri convincimenti. Mi è rimasto impresso una riflessione di un grande studioso: “Le guerre le dichiarano anziani statisti, le comandano vecchi generali e le fanno giovani soldati che muoiono per decisioni altrui”.