“Eccomi a tutti voi. Quando mi hanno proposto di candidarmi alla Camera nel collegio uninominale di Terracina-Fondi-Formia-Cassino, c’è stato (come sempre) qualcuno che mi ha detto: ma chi te lo fa fare, è un seggio “blindato”. Ma questo è più di un collegio, blindato o meno: è il territorio al quale appartengo, è casa mia.”
È con queste parole che, attraverso un lungo post sul suo profilo Facebook, Rita Visini annuncia la sua candidatura alle prossime elezioni politiche della coalizione di Centro-sinistra (PD, Verdi, SI, +Europa) al collegio uninominale 5 nella circoscrizione Lazio 2 della Camera dei Deputati. Laureata in Scienze Politiche, in passato ha ricoperto incarichi nazionale per l’Azione Cattolica Italiana, componente della segreteria nazionale del Partito Democratico con delega al volontariato e politiche per la disabilità, animatrice di “Progetto Italia Progetto Europa”, esperienza nata da una rete nazionale di soggetti provenienti dai mondi del cattolicesimo democratico. “Sono nata a Terracina, qui ho frequentato le scuole, è qui che ha contribuito a “dare forma” alla mia vita l’appartenenza e la militanza nell’associazionismo cattolico, qui sono nate le prime amicizie politiche. E conosco molto bene sia il Sud Pontino che il Cassinate, grazie anche agli anni ricchi e preziosi dell’esperienza dell’assessorato regionale.”
La Visini è stata Assessore della Regione Lazio alle Politiche Sociali nella prima giunta Zingaretti e dovrà vedersela in un collegio difficile, storica roccaforte del centro-destra “Non sono un’ingenua, nemmeno politicamente: lo sappiamo tutti che per il Partito democratico e il centrosinistra questa è una sfida difficilissima. Ma io il tatticismo politico non lo amo, amo invece questa terra: e allora ho detto di sì.”
Una candidatura che trovava già spazio all’interno della rosa dei nomi proposta dal Segretario Provinciale del PD Omar Sarubbo e che ha avuto il via libera nel corso dell’ultima direzione nazionale in un contesto difficile dettato dalla riduzione dei parlamentari e dall’improvvisa caduta del Governo Draghi. “È stato un “sì” ragionato, non solo con la testa ma soprattutto col cuore. Nei giorni della crisi e della caduta del governo Draghi, non facevo altro che ripensare al famoso discorso di Dossetti del 1994, quando, commemorando la morte di Lazzati con il verso di Isaia “Sentinella, quanto resta della notte?”, riferendosi al pericolo che il Paese allora stava correndo con l’avvento del berlusconismo, paragonava la notte al buio della coscienza individuale e collettiva, e arrivava alla conclusione che solo prendendo coscienza di tutto questo si poteva uscire dal buio della notte, dal sonno della coscienza.
Quelle parole sono ancora valide: stiamo correndo un grande pericolo e dobbiamo prendere coscienza del rischio concreto che le prossime elezioni ci conducano inevitabilmente a derive politiche molto pericolose. Ma dare l’allarme stavolta non basta: il rischio va sventato con idee e proposte chiare su ogni tema strategico per la vita delle comunità, con soluzioni e risposte che tengano realmente al centro le persone con tutto il loro portato individuale e collettivo. Bisogna essere capaci di ascoltare davvero le persone per poi rappresentare in Parlamento, il cuore della nostra democrazia, le istanze della gente, soprattutto di chi abita le periferie geografiche e umane.
Ecco perché mi candido, ecco perché ho detto sì: non per calcolo, non per ambizione, ma per passione politica, per amore di questo territorio, per rispetto profondo di un incarico, come quello di parlamentare, che è una forma altissima di servizio alle persone. Anche stavolta ci metto la faccia e l’impegno per una sfida che possiamo vincere, perché l’unica battaglia persa è quella che si rinuncia a combattere, e invece sono qui, siamo qui. Forza, prendiamone coscienza insieme!”