“La Regione Lazio si è confrontata con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali in merito alle vicende che da vent’anni ruotano intorno al complesso monumentale denominato ‘Castello di Gianola’. Lo hanno chiesto, con un’interrogazione a risposta immediata, che verrà discussa nel prossimo question – time del Consiglio regionale del Lazio, i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle.
“Il nostro interesse verso il complesso monumentale, già sollecitatoci da diversi cittadini di Formia – spiega la consigliera regionale Gaia Pernarella, prima firmataria dell’interrogazione indirizzata al presidente Zingaretti e agli Assessori all’Urbanistica, Massimiliano Valeriani, e all’Ambiente e alle Risorse Naturali, Enrica Onorati -, si è riacceso ulteriormente quando nei mesi scorsi abbiamo appreso che il Castello era stato incluso, inserimento poi sospeso, nella “Rete delle dimore storiche della Regione Lazio”. Un fatto che ci è apparso da subito singolare, considerate le numerose segnalazioni ricevute riguardo presunti abusi edilizi, e sui cui abbiamo interpellato con un accesso agli atti la Direzione Regionale – Area Vigilanza urbanistico – edilizia e contrasto all’abusivismo – che ci ha messo immediatamente a disposizione il voluminoso fascicolo afferente “la storia” amministrativa e giudiziaria del Castello. Verso la cui proprietà attualmente pende, fissato per il prossimo 19 Dicembre, un giudizio presso il Consiglio di Stato per opere edilizie che il Tar del Lazio ha già giudicato meritevoli di demolizione così come da ordinanza emessa dall’Ente Parco Riviera di Ulisse sul cui suolo sorge il Castello.
Un complesso monumentale che leggendo le carte e visionando la documentazione fotografia allegata – prosegue la consigliera 5 Stelle -, ci è apparso sia nelle aree interne che in quelle esterne, profondamente cambiato rispetto alla sua originaria conformazione. E su cui, nonostante abbiamo rilevato diversi pareri favorevoli delle diverse Soprintendenze interessate alle operazioni di restauro, l’Area Vigilanza Urbanistico – edilizia e contrasto all’abusivismo -, nel settembre 2017, ha evidenziato che “Non può risultare esaustivo l’eventuale parere rilasciato dalla Soprintendenza ai Beni Monumentali in quanto attinente ai soli aspetti di carattere monumentale, del tutto inefficace circa la verifica e la tutela degli aspetti paesaggistici, boschivi, ambientali, marini e urbanistici”.
Senza poi considerare la Conferenza dei Servizi andata in scena nell’Aprile 2018 dove le parti convocate, sulla base delle evidenze portate in esame, hanno chiesto proprio alla Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio FR – LT – RI, di procedere “al riesame nel merito delle autorizzazioni fino a oggi rilasciate dall’allora Soprintendenza dei Beni Ambientali, Architettonici del Lazio”. Una vicenda certamente complessa – conclude Pernarella -, ma su cui ci aspettiamo risposte chiare dalla Regione”.