Dopo lo sbarco a Lampedusa e le strazianti scene di disperazione dei migranti affamati, ci si chiede tutti se possa essere ammissibile una situazione simile. La distinzione lessicale tra il termine migrante e immigrato sta nella non stanzialità in uno Stato del primo e nella stanzialità del secondo. Guardiamo i dati pervenuti. La popolazione immigrata per lavoro e integrata in Italia conta 5.037.000 persone che garantiscono alla nazione un’entrata di oltre 4 miliardi di euro l’anno. Un tesoretto che lo Stato usa per provvedere a spese come l’assistenza socio-sanitaria e la cassa integrazione. Tra il 2018 ed il 2020, sono sbarcati all’anno in Italia tra gli 11.000 ed i 34.000 migranti. Nel 2023 sono arrivati a 123.863 persone. Poi ci sono i rifugiati politici (145.000 dati del 2021) che si sommano ad altri migranti catalogati seguendo la push/pull theory di Egon Kunz che, economicamente parlando, potrebbero essere in grado sin da subito di svolgere adeguate professioni.
Migranti sì, migranti no- Gli operai, le badanti, gli assistenti al commercio, gli assistenti domiciliari in Italia, sono quasi tutti stranieri e non andrebbero trattati da immigrati intrusi sebbene ciò possa essere comprensibile, dal momento che la novità, l’altro da sé, il diverso, ovunque nel mondo, susciti sempre una iniziale perplessità e forse timore. Stupratori e delinquenti stanno in tutto il globo inclusa l’Italia e di casi purtroppo, ultimamente, ne abbiamo ascoltato le sconvolgenti narrazioni sui media. Si valuti inoltre che l’Italia, quale porta del Sud Europa, debba provvedere anche alle richieste di smistamento migranti negli altri Paesi europei che, come l’Italia e più dell’Italia, in taluni casi, si misurano da decenni con queste realtà. Il nodo in Italia sta nell’accoglienza dei migranti. L’Italia, accogliendoli in entrata, deve poi garantirsi attraverso il Ministero degli esteri e gli eurodeputati italiani che arrivino sovvenzioni europee per una accoglienza dignitosa di queste persone, esseri umani, che vanno nutriti e accuditi in primo soccorso e fatti alloggiare in luoghi altrettanto dignitosi dove si possano lavare, vestire e non incattivire.
Migranti si, migranti no- L’Europa deve garantire all’Italia il sostegno anche per la formazione sociale dei migranti in entrata, nella quale si andranno ad inserire. Smistandoli in gruppi nelle varie città, nelle varie province, negli attuali 7.901 Comuni italiani e oltre confine nazionale. Le frontiere non si possono chiudere alla luce degli accordi europei. Se le frontiere fossero chiuse, il nostro sistema di protezione sociale verrebbe meno. Gli immigrati danno all’Italia un contributo molto importante che è destinato alla crescita nei prossimi anni. L’Italia inoltre presenta un calo demografico del 32% circa tra il 2008 e il 2022. Va scritto anche che, la fisiologica ambizione che caratterizza tutti gli esseri umani, porterà naturalmente alla mobilità di tutti quegli individui che cercheranno di migliorare la propria condizione esistenziale e a riequilibrare quelle situazioni in cui tutto sembra sovrapporsi con estrema difficoltà.