Matteo Simione, titolare di Agraria Simione, una ditta di famiglia di successo dal 1955.

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Siamo con Matteo Simione, classe 1989. Perito agrario e titolare della Agraria Simione srl, sita in via Rotabile, 236 a Formia. Chiediamo, come nasce questa ditta? “Inizia con l’apertura di un piccolo negozio, nel 1955, da parte di mio nonno paterno, Francesco Simione. In quel periodo storico, c’era molta richiesta di prodotti per l’agricoltura. Iniziò vendendo concimi, mangimi e antiparassitari.” Era diversa l’agricoltura di allora rispetto ad oggi? “Certo. Era una agricoltura più pratica, semplice, meno tutelata e meno tecnico-scientifica.” Come si è evoluta l’attività? “Nel tempo, da mio nonno l’attività è passata a mio padre, Saverio Simione, ed ora anche a me. Non appena mi sono diplomato come Perito Tecnico Agrario nel 2008, abbiamo dato vita ad una società a responsabilità limitata.

Matteo Simione – Ovviamente, prima di creare questa società, la rivendita era gestita da mio padre, il quale ha contribuito all’ampliamento dell’attività trasferendola in un altro sito più grande e inserendo molti articoli di diverso genere soprattutto di grande innovazione. Ricordo bene il racconto che mi fece, di quando, per la prima volta, 35 anni fa, inserì i primi contenitori in acciaio inox che non erano tondi come adesso bensì quadrati e iniziò a consigliare sulle innovazioni i clienti.” Qual’é stato il tuo contributo, Matteo? “Una volta partita questa società, con le competenze acquisite e gli aggiornamenti continui, uniti alla grande esperienza di mio padre, non è stato difficile inserire altri prodotti innovativi e alla portata delle esigenze attuali.

Matteo Simione – In più, mi sono specializzato in officina, anche nella riparazione di attrezzature agricole meccaniche a motore e a batteria per offrire un servizio migliore. Ci teniamo sempre in continuo aggiornamento attraverso le riviste tecnico scientifiche sull’agraria e l’ambiente; attraverso riunioni aziendali e presso le varie fiere di settore in giro per l’Italia.” La coltura idroponica, ha preso piede in tutto il mondo, quali sono i vantaggi? “La coltivazione delle piante fuori suolo ovvero senza terra e grazie all’acqua nella quale sono disciolte sostanze nutritive, è utile per far crescere le piante velocemente e in salute con un uso più efficiente dello spazio. La tecnica di coltivazione idroponica massimizza la resa in termini di qualità, quantità e velocità.

Matteo Simione – Per questo le colture idroponiche sono sempre più diffuse ed apprezzate non solo dai professionisti e dalle grandi catene di distribuzione ma anche dai piccoli coltivatori diretti che, per diletto o per lavoro, decidono di cimentarsi in coltivazioni di questo tipo. Un esempio, la maggior parte dei pomodori in vendita oggi nei super mercati italiani proviene da coltura idroponica.” I prodotti coltivati spesso vengono da varietà ibride, perchè? “Perché queste varietà, sia a piante che a semi, sono specie selezionate a seguito di un incrocio mirato per dare vita a una pianta o ad un seme con particolari caratteristiche sia di resistenza, sia di produttività e con particolare immunità ad alcuni parassiti.”

Matteo Simione – Quanto è importante la figura del perito agrario? “Oggi un’ attività agricola per vendere prodotti fitosanitari, salvare coltivazioni, ripristinarle o anche conoscere il tipo di coltivazione che può o non può crescere su un terreno, si rivolge al Perito agrario. Questi è un tecnico polivalente che svolge compiti che possono spaziare dalla conduzione di aziende agricole, all’assistenza tecnica o consulenza nel settore agroalimentare. Insomma è un consulente esperto in svariate materie tra cui: chimica agraria e agroalimentare, zootecnia, entomologia e agronomia. Infine, oltre ad avere conoscenze nella gestione economico-finanziaria delle aziende, della politica e del diritto agrario, possiede conoscenze di economia e di estimo rurale ed è in grado di valutare i danni alle colture, dovuti a eventi meteorologici o accidentali.” 

Matteo Simione – C’è stato un cambiamento in questo settore dopo la pandemia? “Si, direi di sì. Durante la pandemia, c’è stato un certo avvicinamento dei giovani del territorio a questo settore. Si andava alla ricerca di una nuova attività da svolgere e l’agricoltura appariva come un campo da esperire. Dopo la pandemia, c’è stato un ridimensionamento dei percorsi anche perché i costi di gestione e produzione sono nettamente aumentati. Assistiamo ad un rincaro dei prezzi di quasi il 50%. Ed anche se su alcuni prodotti vi è un risparmio del 20%, siamo sempre al di sopra dei prezzi pre-pandemia. Pertanto essere imprenditori agricoli oggi ha un costo più alto. In conclusione, posso dire che il nostro lavoro è migliorato nella qualità.

Matteo Simione – Siamo consulenti e fornitori di nicchia, di persone che amano questo settore e vogliono far bene; il nostro lavoro è più dettagliato e mirato verso chi ci chiede di ottimizzare lo svolgimento quotidiano della propria produzione, coltivazione e si affida a noi per sapere come ridurre i problemi nel dopo, nel tempo.” Chiudiamo con un pensiero rivolto alla competitività degli altri Paesi verso l’Italia. Il settore agricolo, agroalimentare e zootecnico è motivo di vanto per l’Italia dato il rigore e la qualità nelle produzioni e negli allevamenti ma ha un costo. Le produzioni estere sono più economiche e meno controllate. Tuteliamo e acquistiamo i prodotti a km zero puntando sempre alla qualità. Qualità equivale a salute e benessere.