L’ozonoterapia praticata dal Dottor Mario Matera. I vantaggi – Incontro piacevole e interessante con Mario Matera, ortopedico, in servizio presso la clinica Casa del Sole. Si è laureato all’Università Federico II di Napoli. Suo padre Aristide (oggi 96 anni) era comproprietario della Clinica Villa Cinzia ubicata a Napoli ed è qui che ha iniziato la sua esperienza di medico. Ha proseguito all’Ospedale abruzzese di Popoli in provincia di Pescara e successivamente presso alcune cliniche elvetiche. Coniugato è anche padre di una ragazza di 17 anni. Ha lavorato anche a San Gennaro Vesuviano presso la Clinica La Madonnina. Nell’agosto 2008 entra nella squadra della clinica Costa dove opera da 16 anni. L’ozono è la forma allotropica dell’ossigeno, con formula chimica O3, Attualmente è una terapia ampiamente accettata e che ha trovato spazio anche in ambito accademico.
I risultati della terapia sono influenzati dalla concentrazione, il sito e la tecnica di somministrazione. Il campo di utilizzazione è ampio, patologie infiammatorie sistemiche come l’artrite reumatoide ed altre, patologie artrosiche che interessano il ginocchio l’anca, la mano, la colonna vertebrale, ma trova notevole diffusine nel trattamento delle ernie del disco, sindrome delle faccette articolari, stenosi lombare, patologie infiammatorie tendinee e dunque possiamo usare l’ozono in quasi tutte le patologie ortopediche. Le vie di somministrazione sono sia iniettive sottocutanee e intramuscolari, ma anche per insufflazione rettale, e sistemiche come emoinfusione ozonizzata, sempre utilizzando materiali dedicati. Le sedute di ozono sono in numero di 10 ma possono variare in relazione al momento di quando si raggiunge e si stabilizza il risultato terapeutico, variando da 8 a 12 o più, in genere sono sedute bisettimanali.
Le concentrazioni di ozono, espresse in microgrammi per millilitro, che vengono utilizzate a scopo terapeutiche vanno da 8 a 26 a seconda della patologia da trattare ed attualmente si predilige il concetto di low dose. Le controindicazioni all’uso dell’ozono sono assolute in caso di gravidanza, patologie sistemiche non compensate, infezione sistemica o localizzata nei punti di somministrazione, discite, deficit di glucosio-6-fosfato-deidrogenasi, ma quest’ultima non è un limite per le terapie infiltrative locali. Le controindicazioni relative riguardano pazienti portatori del forame di Botallo pervio, minore età, terapie sistemiche anticoagulanti o doppia terapia anti-aggregante, e quest’ultime però non rappresentano un limite nelle infiltrazioni sottocutanee.
La molecola di ozono è un potente antinfiammatorio ed è fortemente instabile degradandosi in ossigeno in pochi minuti. Il ruolo antinfiammatorio dell’ozono è dovuto alla sua azione sul Fattore nucleare K (NF-kB), il quale regola la risposta infiammatoria inducendo a livello del nucleo la produzione di citochine e chemochine infiammatorie. Aumentando l’espressione del NF-kB si innalza il livello dei marcatori infiammatori come la PCR, interleuchina 1 beta, la 6, il TNF-a, l’interferone gamma e diverse chemochine; quest’ultime sono piccole citochine che svolgono il compito di veicolare la migrazione delle cellule infiammatorie, leucociti, monociti, neutrofili, ed altre cellule effettrici. Il NF-kB viene trattenuto nel citoplasma della cellula dal legame con gli inibitori ikB e quando questo legame viene sciolto è libero di trasferirsi nel nucleo della cellula dove promuove la trascrizione di geni coinvolti nei processi infiammatori. Il NF-kB è coinvolto in molte malattie infiammatorie come l’artrite reumatoide, le malattie infiammatorie croniche intestinali, la gastrite indotta da Helicobacter pylori, la sclerosi multipla, l’aterosclerosi, il lupus eritematoso sistemico, la malattia polmonare cronica ostruttiva e l’asma.
Da ciò si evince che bloccare il NF-kB rappresenta un risultato eccezionale nella lotta alle malattie infiammatorie. Abbiamo un collegamento tra infiammazione ed ossidazione dove nel primo caso il NF-kB si contrappone al Nrf2 fattore di trascrizione dei geni che si attivano come difesa allo stress ossidativo. Dunque se il primo aumenta il secondo si riduce e viceversa e l’ozono che fa? Attiva il fattore di trascrizione Nrf2 che inibisce il NF-kB ed inoltre induce il gene HO-1. Cosa fa il gene HO-1 favorisce la degradazione enzimatica dell’eme libero (proinfiammatorio), in CO (monossido di carbonio), e ferro libero, la trasformazione della biliverdina in bilirubina. Inoltre inibisce la traslocazione nel nucleo del NF-kB e poi genera un aumento dell’espressione delle citochine antinfiammatorie come IL-10.
L’aumento delle citochine antinfiammatorie ha un effetto immunoregolatore sui linfociti T, e sul microbiota intestinale, che a sua volta interagisce sulla risposta immunitaria influenzando la progressione delle malattie. L’azione dell’ozono nelle patologie muscolo-scheletriche può essere schematizzato: l’ozono si dissolve nei liquidi secondo la legge di Henry in base alla concentrazione dello stesso ozono, temperatura e pressione, quindi si dissolve nei liquidi organici come liquido sinoviale, soluzione salina, urina, plasma, linfa. Si formano prodotti reattivi dell’ossigeno (ROS), prodotti di ossidazione dei lipidi (LOP), ed antiossidanti portando alla formazione di due messaggeri: il perossido di idrogeno H2O2 ed aldeidi come 4-idrossi-2-nonenale (4-HNE), come risultato della perossidazione dei PUFA acidi grassi polinsaturi. L’H2O2 entrando negli eritrociti attiva la glicolisi con un aumento dell’ATP, e di 2-3-difosfoglicerato (2,3-DPG). Il quale provoca uno spostamento a destra dell’ossiemoglobina facendo rilasciare una quantità di ossigeno maggiore nei tessuti ischemici.
Il 4-HNE circola in tutto il corpo ed in specie negli organi cronicamente infiammati ed entra nelle cellule sottoposte a stress ossidativo cronico, qui legandosi al Cys 273 o al Cys 288 di Keap-1 determina il rilascio dei Nrf2, che una volta reso attivo si trasferisce nel nucleo cellulare e si lega all’elemento di risposta antiossidante ARE dei promotori dei geni. Si esprimeranno circa 230 geni in grado di fornire la sintesi di potenti sistemi antiossidanti e disintossicanti cellulari. Ricordiamo il glutatione (GSH), GSH reduttasi, GSH transferasi, GSH perossidasi, tioredossina, tioredossina reduttasi, nicotinammide adenin dinucleotide fosfato, forma ridotta (NADPH), NAD(P)-chinone ossidoreduttasi 1 (NQO1), uridina difosfato glucosio (UDP), sialitranferasi ed eme-ossigenasi.
Il Nef2 svolge una azione di regolazione negativa dell’insulina e dell’ormone della crescita che aumenta la resistenza allo stress. Quindi abbiamo un’azione immediata quando agisce sui tessuti organici e poi una secondaria dovuta all’azione dei secondi messaggeri. I campi di applicazione dell’ozonoterapia sono comunque molto ampi passando dalle patologie muscolo-scheletriche a quelle inerenti la medicina interna, anti-age, Long Covid, ulcere vascolari ed altri settori dove questa terapia trova spazio di studio.