Il nostro Magazine Golfo e Dintorni, unitamente alla sua testata on line Tuttogolfo, ha deciso di sostenere l’iniziativa promossa dalla sezione del Golfo di Gaeta dell’associazione Italia Nostra Onlus che ha presentato il suo progetto alla Consulta del Golfo delle associazioni presso il Cosind ottenendone il sostegno e l’adesione delle altre associazioni presenti. Il progetto prevede “Le Giornate del Mare e del Clima”. Si tratta di una mobilitazione che interesserà la fascia costiera del Lazio Meridionale da Salto di Fondi alla Foce del Fiume Garigliano.
Tutte le associazioni aderenti si spenderanno per sensibilizzare i comparti che vivono sul mare o di mare, tra questi gli stabilimenti balneari, i circoli nautici e velici, i servizi di ristorazione e alberghieri, la popolazione residente e i bagnanti che frequentano il nostro litorale. Per venire incontro alle istanze locali sono in programma tre manifestazioni pubbliche; a Scauri presso il CFS Centro Velico Scauri presso i Delfini, a Formia in luogo che si sta individuando con la collaborazione del sindaco Paola Villa e, infine, a Gaeta sabato 10 agosto nella “Notte delle Stelle Cadenti di San Lorenzo”. In tal senso con l’assessore Lucia Maltempo, sempre attenta a quanto esprime il territorio, si è raggiunta l’intesa di organizzare una serata speciale nel piazzale antistante il Santuario della Santissima Annunziata con interventi di sensibilizzazione ecologista e musica eseguita dal vivo da complessi presenti sul territorio.
Il programma prevede sempre sabato alle ore 12.00 una cordata umana su tutte le spiagge del territorio mentre imbarcazioni solcheranno le acque antistanti la costa con striscioni inneggianti alla tutela del mare, alla difesa del clima e all’eliminazione dell’uso della plastica dalla nostra vita quotidiana. Il presidente della Consulta del Golfo Isabella Quaranta, dal 14 luglio anche presidente del Lions Club di Formia, già presidente della Fidapa Formia – Gaeta – Minturno, esponente di Italia Nostra Onlus, è la persona adatta ai raccordi necessari poiché gode di una stima condivisa tra tutte le associazioni aderenti. Nel momento in cui il Golfo di Gaeta raggiunge il periodo clou delle presenze sul suo territorio gli ambientalisti invitano a dimostrare con semplici gesti la preoccupazione collettiva per quanto sta accadendo sulla casa comune: il pianeta Terra. Partecipare è un dovere civico. I dati a disposizione di noi tutti sono chiari.
I Romani quando conquistarono tutti i territori che si affacciano sul Mar Mediterraneo lo chiamarono Mare Nostrum. Un termine che oltre ad indicare il possesso materiale delle acque nella loro interezza sta a rappresentare che non è possibile dividere i destini di una parte di esso dal resto. E la qualità del nostro Mare Nostrum non è per nulla eccellente. Attualmente rappresenta un serio campanello d’allarme a livello mondiale per il suo livello di inquinamento da microplastiche, tra le più alte al mondo. Nel Mar Mediterraneo le concentrazioni di microplastiche hanno lo stesso livello di quelle dei grandi vortici oceanici, figuriamoci nel Golfo di Gaeta. È un tema prioritario perché è una delle aree più impattate al mondo, infatti si tratta di un mare chiuso. Le microplastiche impattano sulla biodiversità marina, vengono ingerite dai pesci che le scambiano per alimento, ne possono rimanere intrappolati. Le microplastiche hanno caratteristiche fisiche per cui assorbono gli inquinanti sulla superficie del mare e rilasciano additivi plastici, danneggiano fisicamente il tessuto con cui vengono in contatto e trasportano agenti patogeni. Impattano dal plancton ai grandi organismi marini come, ad esempio, le balene.
La ricerca scientifica sta valutando se le plastiche possono danneggiare anche i tessuti e quindi di conseguenza l’uomo che si nutre anche di pesce. È necessario creare una serie di azioni di mitigazione mirate che vanno dalla riduzione dell’utilizzo di plastica all’attività di riuso e recupero del materiale, all’economia circolare. E ancora le nuove generazioni dovranno gestire il problema climatico e, ad oggi, stanno dimostrando più maturata e saggezza di noi adulti. Un esempio internazionale è Greta, la giovane ragazza svedese che ci ricorda quale è il nostro dovere oggi. Sull’altro fronte forti egoismi internazionali, a cominciare da quelli che esprime Trump, il presidente della più grande potenza mondiale. I cambiamenti climatici interessano tutte le regioni del mondo.
Le calotte polari si sciolgono e cresce il livello dei mari. In alcune regioni i fenomeni meteorologici estremi e le precipitazioni sono sempre più diffusi, mentre altre sono colpite da siccità e ondate di calore senza precedenti. Questi fenomeni dovrebbero intensificarsi nei prossimi decenni. L’aumento del livello dei mari causa alluvioni e fenomeni di erosione lungo le regioni costiere basse. Le forti precipitazioni e altri eventi climatici estremi stanno diventando sempre più frequenti. Ciò può causare inondazioni e un deterioramento della qualità dell’acqua, e in alcune regioni anche la progressiva carenza di risorse idriche. Nell’Europa centro-meridionale si registrano ondate di calore, incendi forestali e siccità sempre più frequenti. Il Mediterraneo si sta trasformando in una regione arida, il che lo rende ancora più vulnerabile di fronte alla siccità e agli incendi boschivi. L’Europa settentrionale sta diventando molto più umida e le alluvioni invernali potrebbero diventare un fenomeno ricorrente. Le zone urbane, nelle quali vivono oggi quattro europei su cinque, sono esposte a ondate di calore e alluvioni e all’innalzamento del livello dei mari, ma spesso non sono preparate per adattarsi ai cambiamenti climatici. I paesi poveri e quelli in via di sviluppo sono spesso i più colpiti; le loro popolazioni dipendono fortemente dal loro habitat naturale e dispongono di pochissime risorse per far fronte ai cambiamenti climatici, che stanno già avendo un impatto sulla salute. In alcune regioni si registra un aumento nel numero di decessi dovuti al calore e in altre si assiste a un aumento delle morti causate dal freddo. Si osservano parimenti già alcuni cambiamenti nella distribuzione di determinate malattie trasmesse dall’acqua e dai vettori di malattie.
I danni alle case, alle infrastrutture e alla salute umana impongono elevati costi alla società e all’economia. Si registrano perdite economiche in particolare nei settori che dipendono fortemente da determinate temperature e livelli di precipitazioni come l’agricoltura, la silvicoltura, l’energia e il turismo. I cambiamenti climatici si stanno verificando a ritmi talmente veloci che numerose specie animali e vegetali stentano ad adattarsi, molte specie terrestri, marine e di acqua dolce, si sono già spostate verso altre zone. Alcune specie vegetali e animali saranno esposte a un maggior rischio di estinzione se la temperatura media mondiale continua ad aumentare in maniera incontrollata. E ora mobilitazione della società civile e ambientalista, in modo apolitico e apartitico, nel Golfo di Gaeta. Nel prossimo numero pubblicheremo il programma dettagliato degli eventi e l’elenco delle associazioni aderenti.