Dignità di ogni lavoro nella filastrocca del grande scrittore
Il 1° Maggio è la festa dei lavoratori in tutto il mondo e la caratterizza la sua genuina spontaneità popolare. Bello e importante fu il 1° maggio del 1945, quello dell’Italia liberata dal nazifascismo con l’indimenticabile sfilata nella Torino operaia tra i canti dei partigiani. Il 1° Maggio è una festa sempre attuale perché essa è un richiamo ai diritti conquistati e a quelli ancora da conquistare. Ce lo ricorda la Costituzione che non si limita a proclamare che l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro ma precisa che a ogni lavoratore debba essere assicurata un’esistenza libera e dignitosa. Dunque un salario minimo congruo al costo della vita.
Il grande narratore di filastrocche e fiabe Gianni Rodari ha illustrato con parole semplici ai bambini il significato della parola “lavoro”. Con rime e fantasia ha fatto sentire vivi i colori dei mestieri.
I colori dei mestieri
Io so i colori dei mestieri:
sono bianchi i panettieri,
s’alzano prima degli uccelli
e han farina nei capelli;
sono neri gli spazzacamini,
di sette colori son gli imbianchini;
gli operai dell’officina
hanno una bella tuta azzurrina,
hanno le mani sporche di grasso:
i fannulloni vanno a spasso,
non si sporcano un dito
ma il loro mestiere non è pulito.
E tra i fannulloni aggiungeremo: gli sfruttatori attraverso la piaga del caporalato, le buste paga gonfiate e pagate ridotte, chi umilia il lavoro femminile, chi non valorizza il lavoro dei diversamente abili, chi evade il fisco, chi non rispetta la dignità del lavoro voluta dai padri Costituenti.
Dunque non può essere taciuta, in questo giorno di festa, l’urgenza di un patto sociale (politica e forze sindacali) che s’inserisca veramente sulla via tracciata dalla Costituzione.