La provincia di Latina conferma le sue sette Bandiere Blu anche per il 2019. I Comuni costieri premiati hanno ricevuto dalla FEE il 3 maggio il prestigioso vessillo, simbolo di cultura turistica del mare e che certifica le qualità di spiagge e delle acque di balneazione. Premiate le amministrazioni comunali di Latina, Sabaudia, San Felice Circeo, Terracina, Sperlonga, Gaeta e Ventotene. Il prestigioso riconoscimento che certifica la qualità di spiagge e acque di balneazione assegnato dalla FEE – Foundation for Environmental Education è stato ritirato in occasione della conferenza di presentazione delle Bandiere Blu 2019 che si è svolta a Roma nella Sala Convegni del CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche. Gaeta si conferma Bandiera Blu anche nel 2019, per il sesto anno consecutivo.
Il sindaco Cosmo Mitrano precisa: “La Bandiera Blu è un attestato che premia soprattutto l’impegno dei nostri cittadini che sono sempre più attenti e sensibili a tematiche di eco sostenibilità e tutela ambientale per una città più bella e pulita. Anche nel 2019 la Bandiera Blu torna a sventolare sulle spiagge di Gaeta, una città sempre più accogliente e vivibile per residenti e turisti”. Gaeta è stata premiata, ancora una volta, per la qualità delle acque di balneazione ma anche per il turismo sostenibile, la corretta gestione dei rifiuti e la valorizzazione delle aree naturalistiche. Per quanto concerne Sperlonga è stata conferita e consegnata, nelle mani del sindaco Armando Cusani e del delegato al demanio marittimo Antonio Conte. Afferma l’assessore Stefano D’Arcangelo: “Si tratta del vessillo europeo più ambito dai comuni costieri d’Italia di cui Sperlonga è stata insignita ininterrottamente per ben ventidue anni; un record assoluto che conferma i migliori standard europei di qualità ambientale, dei servizi civili, turistico-balneari e ricettivi presenti sul nostro territorio comunale.
Accanto a questo prestigioso vessillo il litorale di Sperlonga ha ottenuto, ancora una volta, anche il riconoscimento della Bandiera Verde intesa come “spiagge a misura di bambini” decretato da parte di un comitato nazionale composto da trecentocinquanta pediatri italiani. Nessun trionfalismo ma, come amministratori comunali, siamo molto soddisfatti per aver mantenuto ed esteso ulteriormente i nostri servizi nonché la notorietà e l’immagine vera della nostra città. Questi riconoscimenti internazionali così autorevoli costituiscono per noi tutti un segno di virtuosismo di buon governo del territorio e del mare. Occorre ora sviluppare un’effettiva e più ampia solidarietà ambientale in ambito comprensoriale e riuscire ad ottenere più bandiere blu nei comuni limitrofi e fare sistema per attrarre sempre più un turismo migliore e più rispettoso del mare e dell’ambiente. Possiamo e dobbiamo festeggiare questi risultati ben sapendo che dobbiamo ancora lavorare e spenderci molto di più per preservare, difendere e valorizzare la nostra economia turistica e il nostro straordinario patrimonio naturalistico, storico-culturale, paesaggistico e archeologico che costituisce per Sperlonga un unicum territoriale di incomparabile bellezza.”
Nella regione Lazio le spiagge d’eccellenza sono per il 2019: Lago di Trevignano, Anzio, Latina Mare, Sabaudia Lungomare, San Felice Circeo Litorale, Terracina Levante e Ponente, Sperlonga: Ponente, Lagolungo, Bazzano, Levante, Gaeta: Arenauta, Ariana, Sant’Agostino, Serapo e Ventotene con Cala Nave. Ma non è tutto idilliaco nel nostro comprensorio. Esistono anche le bandiere nere che “macchiano” l’immagine positiva delle nostre coste. E non va meglio sul fronte dell’informazione ai cittadini, la cartellonistica informativa, obbligatoria da anni per i Comuni e che dovrebbe avere la funzione di divulgare al pubblico la classe di qualità del mare, è praticamente assente ovunque. Mancanza di rispetto delle istituzioni verso i cittadini e i villeggianti che frequentano i nostri litorali. Non conosciamo ancora i dati per l’estate 2019 ma non crediamo che nulla sia stato fatto per migliorare la situazione monitorata dalla Goletta Verde di Legambiente la stagione scorsa, nel mese di giugno, lungo la costa del Lazio: 17 punti monitorati su 24, il 71% dei campionamenti effettuati presentavano valori di inquinamento elevati, con la provincia di Roma a guidare questa classifica. Vi sono anche inquinamenti ormai cronici cui si aggiungono anche il degrado e la presenza di rifiuti, dalla plastica ai materiali ingombranti. In provincia di Latina degli undici punti monitorati cinque presentano cariche batteriche elevate. Giudizio di “fortemente inquinato” è stato riservato ai campionamenti per la foce del Rio Santacroce in località Gianola a Formia e a quelli del Rio Recillo a Scauri.
Tre i campionamenti giudicati inquinati: alla foce del Canale Sant’Anastasia a Fondi, alla Foce Verde a Latina e a quella del fiume Garigliano a Marina di Minturno. Per quanto riguarda la provincia di Roma tutti gli undici punti monitorati hanno presentato valori di inquinamento elevati e nove di questi hanno ricevuto il giudizio di “fortemente inquinati”. In provincia di Latina su nessuno dei punti inquinati o fortemente inquinati scaricano però i depuratori dell’Ato4. L’ente gestore ha sostenuto che sono inseriti nel piano degli investimenti progetti di intervento tecnico per le aree non ancora servite dalla rete fognaria e interessate da scarichi privati diretti nei canali. Va considerato in merito all’inquinamento che soltanto 4 kg di olio usato, il cambio di un’auto, se versati in acqua inquinano una superficie grande come ben sei piscine olimpiche. L’estate scorso in merito l’amministratore delegato di Acqualatina Raimondo Luigi Besson ha osservato, in occasione della Conferenza dei Sindaci dell’Ato4: “vantiamo il merito di aver fatto della depurazione e della tutela ambientale una priorità nel piano degli investimenti. Da sempre, infatti, la depurazione è uno dei punti fondamentali della nostra gestione.
Un impegno che sinora ha permesso di raggiungere importanti risultati e di evitare le sanzioni imposte dall’Unione Europea per il mancato o errato trattamento delle acque reflue. Grazie agli oltre ottantacinque milioni di euro già investiti su depurazione e fognatura e alle decine di migliaia di analisi effettuate ogni anno, sia dai laboratori interni dell’ATO4 che dall’ARPA, è stato possibile passare da uno stato iniziale che vedeva solo sette depuratori autorizzati allo scarico, all’attuale 100%. Ma anche un impegno che prosegue, poiché altro c’è ancora da fare. Il Piano degli Investimenti, infatti, prevede progetti di ampliamento e potenziamento degli impianti, nonché opere sulla rete fognaria, in tutto il territorio, sui quali siamo già al lavoro.” I parametri indagati negli accertamenti sono stati microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli); considerati inquinati i risultati che hanno superato i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia e fortemente inquinati quelli che superano di più del doppio tali valori. La mala depurazione è un’emergenza ambientale che va affrontata con urgenza, considerato che l’Italia è stata anche condannata a pagare all’Unione Europea una multa da venticinque milioni di euro, più trenta milioni ogni sei mesi finché non si mette in regola. Si sarebbe potuto spendere questo denaro più utilmente per aprire nuovi cantieri per la depurazione. Vi sono speranze per un 2019 migliore degli anni precedenti? Ai posteri l’ardua sentenza.