Giovanni Costa ritratto da Stefano Cipolat

Giocò con lo Spezia, la Biellese e la Pistoiese

Non ebbe debutto felice in Nazionale, Giovanni Costa, il 20 gennaio 1924, nella sua Liguria, a Genova. Lui spezzino di nascita e morte (La Spezia, 1901 – 1968), subì quattro reti dall’Austria. La notte precedente la partita aveva piovuto in abbondanza con le strade cittadine trasformate in piccoli torrenti. Dopo la tempesta, al mattino, un impetuoso vento che però non era riuscito a prosciugare del tutto il terreno. Trionfo degli austriaci sul duro campo di Marassi, abili e capaci di sbaragliarci e di infliggerci una pesante sconfitta. Gli azzurri uscivano a fine match dileggiati dal caldo pubblico genovese. La formazione italiana mancò di saldezza, disordinata e impacciata subì, come un fiume in piena, il facile controllo del pallone dei danubiani, allenati dal mitico Hugo Meisl. Quello stesso Meisl che al suo esordio sulla panchina austriaca (22 dicembre 1912) batté l’Italia per 3 a 1 e sempre a Genova.

Quattro dolori per il giovane Costa, alla sua prima uscita internazionale. Già sul primo goal, un tiro non eccezionale degli avversari finito col pallone che varcava la linea di porta sulla sinistra e in basso, si capì che per il giovane portiere sarebbe stata anche l’ultima uscita in maglia azzurra. Un amore durato il tempo di un match. Successivamente, nessuna più altra convocazione da titolare. Anche sula terza rete, Costa sbagliò parata su tiro di Wieser, commettendo un grave errore di presa. Eppure l’Austria scese in campo con una formazione senza grandi nomi, mancando quelli del Rapid Vienna in tournée in Spagna e assenti anche i giocatori dello Hakoah, l’altro club viennese. Malgrado, dunque, l’assenza di calciatori come Richard Kuthan e Josef Brandstetter, gli austriaci giocarono con stile e con un possesso di palla fenomenale.

Per l’Italia una brutta giornata, in particolar modo per il nostro numero uno, ferito nell’orgoglio. Fu partita negativa per tutti gli azzurri, fatta eccezione per i mediani Aliberti e Barbieri, che impedirono alla squadra austriaca di trovare già nei primi minuti la via del gol. A Genova, Austria: 4 – Italia: 0. Ironia della storia, quel giorno si celebravano le glorie della Regia Marina Italiana. A parte la sfortunata parentesi azzurra, Costa fu comunque estremo difensore di reale valore, dimostrando tutto il suo potenziale tecnico con lo Spezia, la Biellese, la Pistoiese. Concluse la carriera proprio nella sua città, difendendo la porta spezzina tra il ’29 e il ’31. 

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Pierluigi Larotonda
Laureato in Economia, ha collaborato col giornale web primaPrato, cronaca, e con Bisenziosette, settimanale carta stampata, occupandosi soprattutto di arte e libri. Ha scritto alcuni articoli culturali su Affari Italiani (2009). Conduce da molti anni il programma culturale Racconti Urbani su Radiocanale7 (arte, letteratura, storie metropolitane). Accanito lettore, tra i suoi libri l'almanacco calcistico NAZIONALI SENZA FILTRO (prefazione dell'osservatore tecnico azzurro del 2006, Giampiero Ceccarelli) e il saggio inchiesta IL DELITTO AMMATURO (presentato in Sala Stampa Camera dei Deputati l'8 novembre 2022 e con prefazione del giornalista Simone Di Meo). Ultimo volume pubblicato: Pali Azzurri, almanacco illustrato dei portieri della Nazionale italiana - prefazione di Giovanni Galli