Un dipinto del pittore

Nelle opere di Franco Viola, artista di grande spessore e nato a Gaeta nel 1953, la natura è inquieta, come nei mari in tempesta e negli alberi battuti dal vento, ma anche silenziosa, come nei dipinti in cui ritrae la terra. Lo scenario del Mediterraneo però non è realistico ma intriso di spirito pur collocato in un preciso perimetro geografico. Una continua ricerca metafisica del colore ha permesso all’artista il raggiungimento di importanti traguardi e critiche positive. Ed è proprio alla luce della tinta che Viola conferisce valore assoluto. Quella luminosità tipica di alcuni espressionisti astratti nordamericani, come Robert Motherwell, e che nelle tele del pittore gaetano diventa simbiosi mediterranea.

Pittore, appunto, dall’autentica vocazione per il colore, Franco Viola, per tornare ad altri maestri e questa volta italiani, si pone sulla scia di Afro Basaldella e di Alfredo Chighine, in alcuni casi anche con maggiore forza espressiva e con uno stile innovativo. Nelle sue tele non è annullata la spazialità, basti osservare i suoi paesaggi per rendersi conto di come sia importante lo spazio nel suo percorso pittorico. Molti dipinti sono fortemente radicati nella natura della sua Gaeta e il senso del carattere spazio si esalta proprio nel colore che toglie qualsiasi rappresentazione veristica del mondo Mediterraneo, il suo mondo. Non, dunque, uno sguardo distaccato dalla realtà ma uno poetico, metafisico. Questo fa di Viola un pittore originale, in grado di interpretare il territorio con sfumature filosofiche.

Una pittura che crea suggestioni e dietro la quale c’è un lavoro coerente durato decenni e che ha portato Franco Viola ad esporre in Germania, Russia, Austria e in molte città italiane, in primis nella celebre Galleria Biasutti di Torino. Una lunga e prolifica carriera; tra i pochi in Italia che, pur approdando negli ultimi anni al linguaggio dell’espressionismo astratto, riesce a tenere dritta la rotta sul paesaggio, senza mai abbandonarlo.