A cura dei ragazzi del laboratorio teatrale giovanile della parrocchia di “S. Stefano” di Gaeta, la rappresentazione si inserisce nel progetto comunale “Reti solidali” che come sottolinea il Sindaco Cosmo Mitrano “tra le finalità prevede l’inclusione sociale nella sua forma più ampia con l’intento di contrastare la crisi economica e sociale a favore di persone e famiglie in condizioni di povertà assoluta e a rischio impoverimento. Attraverso la sinergia – precisa Mitrano – tra Istituzioni, Associazioni e mondo del volontariato promuoviamo la solidarietà con interventi mirati e finalizzati all’integrazione sociale a beneficio delle persone più fragili e a rischio di emarginazione sociale”. “Lo spettacolo – commenta l’Assessore alle politiche sociali Lucia Maltempo – è finalizzato a raccogliere fondi per il progetto reti solidali e permetterà a qualcuno meno fortunato di noi di avere un Natale migliore. La scelta del laboratorio teatrale di Santo Stefano non è casuale e nasce dalla volontà di dar voce ad una realtà che, attraverso l’impegno dei volontari, permette ai ragazzi di crescere in un luogo dove le loro attitudini vengono poste in risalto in maniera naturale e sana”. In “Cappuccetto rosso al contrario” viene messa in scena una storia di fantasia intensamente simbolica, che ha la pretesa, riuscita, di “rileggere” in chiave contemporanea una delle fiabe europee più popolari al mondo, la cui versione scritta più nota è quella dei Fratelli Grimm. “Oltre al messaggio contenuto nel lavoro teatrale – sottolinea il parroco Don Stefano Castaldi – i ragazzi e le ragazze del laboratorio sono a loro volta un messaggio agli altri giovani. Sono riusciti infatti ad esternare numerose emozioni e sentimenti con naturalezza e semplicità. Hanno affrontato con impegno e con amore l’esperienza teatrale e ne hanno tratto stimoli formativi intensi. E questo grazie anche all’impegno volontario di alcuni adulti desiderosi di trascorrere del tempo con i più giovani, comunicando la loro esperienza con tanto entusiasmo”.
“Sappiamo tutti che Cappuccetto Rosso è la favola delle favole, la più rappresentata fra tutte e, anche se, nel corso degli anni ne sono state fatte diverse analisi ed interpretazioni, è indiscutibile che a tutti noi sia rimasto impresso che Cappuccetto Rosso è l’ emblema dell’ ingenuità e della bontà mentre il Lupo l’ emblema dell’ astuzia e della cattiveria. Quante volte, infatti, per delineare figure malvagie si fa riferimento al Lupo cattivo? Ed è così che per colpa di Cappuccetto Rosso ora tutti i lupi sono cattivi” spiega la regista Roberta Paone mentre il coordinatore del Laboratorio teatrale Leonardo Totaro sottolinea che “utilizzando queste due figure, stravolgendole e facendole diventare il contrario di quello che sono sempre state che si vuole trasmettere un messaggio importante su come sia facile dar vita ai pregiudizi e come sarebbe semplice poterli evitare”.
Protagonista di questa storia, una ragazza di 16 anni piena di superbia che non riesce a vedere nessun’ altro che se stessa. Ma non sarà sola perché ad aiutarla ci penserà Giacomino, soprannominato Lupo perché vive per strada indossando una grossa pelliccia nera per proteggersi dagli sguardi cattivi delle persone. Dalla trama, quindi, si preannuncia uno spettacolo coinvolgente dove a trionfare saranno i buoni sentimenti e la solidarietà umana.