A 16 anni già in serie A
Gianluigi il Vecchio! Come definirlo altrimenti? Esordiente nella massima serie a soli sedici anni con la maglia del Milan, da titolare. Debutto precoce, da enfant prodige, anche con la maglia azzurra dell’Under 21, appena diciassettenne. Uno sbarbatello che si distingue per prodezze e autocontrollo, da portiere veterano. Gianluigi Donnarumma sta scrivendo la storia del football europeo con le sue capacità agonistiche fuori dal comune. Frutto della scuola italiana, ancora un modello per gli addetti ai lavori.
Ne sono usciti dai vivai di ottimi estremi difensori negli ultimi vent’anni, grandi talenti con l’aspettativa di diventare altrettanto grandi campioni. Alcuni non hanno mantenuto le promesse. Per Carlo Pinsoglio, classe ’90, si parlava del nuovo Buffon. Eppure quel fiore di portiere non sbocciò: tanta serie B, polvere e carriera anonima. Ci si aspettava molto anche da Simone Scuffet, altra stella cadente che avrebbe potuto essere un numero uno per grandi club. Donnarumma, invece, ha tenuto fede alle speranze. Se i cavalli vincenti si vedono dall’inizio, lui lo è stato, lo è tuttora. Così è la vita, sempre a puntare: delle volte sono cavalli azzeccati, delle volte la realtà tradisce le attese. Ce lo ricordiamo tutti la prima del diciottenne Beppe Bergomi nel mondiale del 1982: nella partita contro il Brasile, Fulvio Collovati s’infortuna e lo sostituisce un giovanissimo difensore che risulterà uno dei migliori in campo. Anche Donnarumma, per il momento, sta realizzando tutti i sogni.
Tra questi alzare un trofeo con la Nazionale e ci è riuscito da protagonista: la vittoria agli Euro 2020. Con i suoi voli ai calci di rigore contro la Spagna e, in finale, l’Inghilterra, ha regalato la Coppa all’Italia, la seconda della storia azzurra. Non strade dritte percorse la formazione italiana agli ultimi campionati d’Europa, sentieri tortuosi semmai. Centoventi minuti, quelli della finalissima, non senza problemi ma la vittoria alla fine arrivò e Donnarumma nel respingere i tiri dagli undici metri fu fenomenale. Parate simili a colpi di luce nel buio di una terribile notte, in una nottata che ci vide in svantaggio e si concluse con il trionfo nello stadio di Wembley. Le cose si misero subito male per la troupe di Mancini, con il gol malandrino dell’inglese Shaw. Poi il pareggio di Bonucci e infine la lotteria dei calci di rigore. E Gianluigi Donnarumma riuscì ad intercettare ben due tiri con balzi felini che sancirono il trionfo azzurro.