I casi di vaiolo da scimmie salgono a tre – Alessio D’Amato, Assessore Sanità e integrazione Socio-Sanitaria della Regione Lazio, in un post ha dichiarato: “Ho appena ricevuto notizia dal SERESMI (Servizio Regionale per la Sorveglianza delle Malattie Infettive) che anche gli altri due casi sospetti, correlati al caso zero italiano, sono stati confermati. Pertanto, salgono a 3 i casi di vaiolo da scimmie tutti presi in carico dall’INMI Spallanzani. Ho aggiornato il Ministro della Salute Roberto Speranza sull’evoluzione della situazione.”
Di seguito la dichiarazione di ieri dello Spallanzani – “È stato identificato allo Spallanzani il primo caso italiano di vaiolo delle scimmie (Monkeypox). Si tratta di un giovane adulto, di ritorno da un soggiorno alle isole Canarie, che si era presentato al Pronto Soccorso del Policlinico Umberto I. Il quadro clinico è risultato caratteristico e il Mokeypox virus è stato rapidamente identificato con tecniche molecolari e di sequenziamento genico dai campioni delle lesioni cutanee. La persona è attualmente ricoverata in isolamento, in discrete condizioni generali. Sono in corso le indagini epidemiologiche e il tracciamento dei contatti. Altri due casi sospetti sono in fase di accertamento. Al momento i tre casi osservati e gli altri casi verificatisi negli altri paesi europei e in Nord America non presentano segni clinici di gravità. La trasmissione può avvenire attraverso le goccioline di saliva e i contatti con le lesioni o i liquidi biologici infetti.” Lo comunica lo Spallanzani attraverso un comunicato stampa.
L’Istituto Superiore di Sanità, ha approfondito spiegando l’infezione: “Monkeypox o vaiolo delle scimmie, cosa sappiamo: Si tratta di un’infezione causata da un virus della stessa famiglia del vaiolo ma che largamente si differenzia dal vaiolo stesso per la minore diffusività e gravità. È diffuso in particolare tra primati e piccoli roditori, prevalentemente in Africa. L’infezione si trasmette dall’animale all’uomo attraverso la saliva ed altri fluidi dell’animale o il contatto diretto con l’animale.
Nell’uomo si presenta con febbre, dolori muscolari, cefalea, linfonodi gonfi, stanchezza e manifestazioni cutanee quali vescicole, pustole, piccole croste. Si può trasmettere da uomo a uomo attraverso droplets, contatto con fluidi corporei o con le lesioni cutanee. È possibile che le persone che non sono state vaccinate contro il vaiolo (vaccinazione abolita in Italia nel 1981) siano a maggior rischio di infezione con il monkeypox per l’assenza di anticorpi che, per la similitudine del virus del vaiolo con il monkeypox, possono essere efficaci a contrastare anche questa virosi.
L‘infezione è relativamente infrequente nell’uomo e comunque fuori dall’Africa, ma sono stati riportati casi sporadici ed anche un’epidemia in USA nel 2003, in seguito all’importazione dall’Africa di animali non adeguatamente controllati sotto il profilo sanitario.
La malattia si risolve spontaneamente in 1-2 settimane con adeguato riposo e senza terapie specifiche; possono venir somministrati degli antivirali quando necessario.
Attualmente, sono stati segnalati alcuni casi in Portogallo, Spagna, UK e Italia, finora maggiormente in giovani MSM (maschi che fanno sesso con maschi). L’ECDC ha attivato un sistema di allerta a livello europeo al quale partecipa l’ISS. Inoltre, l’ISS ha costituito una task force composta da esperti del settore ed ha contattato le reti sentinella dei centri per le infezioni sessualmente trasmesse al fine di monitorare continuamente la situazione nazionale.
Le raccomandazioni prevedono di restare a casa a riposo qualora insorga la febbre e di rivolgersi al medico di fiducia in caso di comparsa di vescicole o altre manifestazioni cutanee. Come prevenzione, è importante evitare il contatto con persone con febbre e valutare con attenzione, prima di ogni contatto personale stretto o contatto sessuale, la presenza di eventuali manifestazioni cutanee inusuali (quali vescicole o altre lesioni) sulla cute del partner. Questo comportamento è utile a prevenire non solo il monkeypox ma anche altre infezioni sessualmente trasmesse.”