“L’Italia è il Paese che amo”. Dal momento che è stata data la notizia del decesso di Silvio Berlusconi sono rimasto inchiodato – a livello televisivo – sul canale ammiraglia della Mediaset TG5 ascoltando decine di testimonianze sia di autorevoli personaggi che di comuni cittadini. Domani le esequie. Potranno entrare nel Duomo duemila persone e nella piazza – per ragioni di sicurezza – non più di ventimila persone. Il Metro del Duomo sarà chiuso. Sin qui le regole delle esequie alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella e di numerose autorità internazionali. In queste ore di lutto è giusto ascoltare i testimoni della sua vita pubblica e privata. Un personaggio che ha fatta la storia contemporanea. Perseguitato (?) a livello giudiziario per trenta anni, sovente per vicende strettamente personali. Ora la voce ai cronisti, successivamente saranno gli storici a studiare il personaggio. Ci vorranno gli anni. Ma la vita di Berlusconi resta mitica e il bipolarismo una sua creatura, unitamente al sdoganamento della destra. Era il terzo italiano più ricco dopo Ferrero e Armani. Ma con lui hanno trovato un lavoro migliaia e migliaia di lavoratori. Tutti lo credevano immortale e ora con la sua morte debbono registrare le loro condotte politiche sia i partiti di centrodestra che di centrosinistra. Nulla sarà più come prima. Forza Italia deve avere la capacità di portare avanti la sua eredità. Silvio Berlusconi amava raccontare barzellette. Una delle sue è molto attuale: “Silvio Berlusconi muore e va nel Regno dei Cieli. Propone a Dio di trasformare il Paradiso in una società per azioni da quotare in borsa. Risponde Dio: Si Silvio ritengo che sia una buona idea ma non comprendo perché io debbo fare il vice presidente”. Sembravi eterno Silvio e ora già manchi…a tutti.