Nella giornata di domenica 13 ottobre scorso, i Palombari del Gruppo Operativo Subacquei (G.O.S.) del Comando Subacquei ed Incursori della Marina Militare (Comsubin), distaccati presso il Nucleo S.D.A.I. di Napoli (Sminamento Difesa Antimezzi Insidiosi), sono intervenuti presso l’isola di Palmarola, nell’arcipelago pontino, per individuare, rimuovere e distruggere 4 proiettili d’artiglieria di medio calibro risalenti all’ultimo conflitto mondiale.
I residuati bellici si trovavano a circa 10 metri di profondità a poco meno di 50 metri dalla linea di costa e la loro presenza era stata segnalata alla locale Autorità marittima il precedente giorno 10, da un subacqueo dilettante che, nel corso di un’immersione aveva notato sul fondo degli oggetti che, per forma e dimensioni, sembravano essere dei grossi proiettili.
Ad intervenire I Palombari del Gruppo Operativo Subacquei
I Palombari dello S.D.A.I. di Napoli, chiamati ad intervenire su disposizione della Prefettura di Latina, si sono recati sul posto ed hanno effettuato un’attenta perlustrazione subacquea che ha confermato la presenza degli ordigni.
Questi, con tutte le cautele del caso, sono stati prima rimossi e quindi portati in un’area individuata da Circomare Ponza dove sono stati fatti brillare secondo le consolidate procedure tese a preservare l’ecosistema marino.
I Palombari del Gruppo Operativo Subacquei, posto alle dipendenze del Comando Subacquei ed Incursori (COMSUBIN), hanno acquisito la capacità di operare sotto la superficie del mare sino a 1.500 metri con i veicoli subacquei e fino a 300 metri con l’uomo.
Le missioni assegnate dal Paese al G.O.S. sono condurre qualsiasi genere di operazione subacquea tesa alla ricerca, recupero ed intervento lavorativo fino ai massimi fondali consentiti dalle numerose apparecchiature subacquee a disposizione (impianti integrati per immersioni profonde, scafandri rigidi articolati, minisommergibili, robot filoguidati ad altissima tecnologia e qualsiasi gamma di autorespiratore).
Inoltre sono stati di soccorso agli equipaggi dei sommergibili in difficoltà attraverso le apparecchiature speciali imbarcate sulle Navi alle dipendenze di Comsubin o mediante il Nucleo SPAG (Submarine Parachute Assistance Group) trasportato nelle aree del sinistro con elicotteri o aerei militari.
Effettuare la bonifica degli ordigni esplosivi di qualsiasi natura, convenzionali od improvvisati E.O.D./I.E.D.D. (Explosive Ordnance Disposal/Improvised Explosive Device Disposal), che vengano rinvenuti in contesto marittimo cioè sottacqua, a bordo delle Unità Navali e nelle relative infrastrutture portuali.
La storia del Gruppo Operativo I Palombari
Le origini della categoria risalgono a 170 anni fa quando, il 24 luglio 1849, venne istituita a Genova la prima scuola Palombari voluta per formare una piccola aliquota di personale che avesse la capacità di raggiungere i 10 metri di profondità allo scopo di recuperare ciò che si fosse perso in mare.
Alla data del 10 novembre 1910, quando la scuola venne trasferita nell’attuale sede del Varignano (SP), i Palombari raggiungevano già i 61 metri di profondità ed avevano le capacità di condurre sia lavori subacquei, sia la neutralizzazione degli ordigni esplosivi rinvenuti in acqua.
Con questa storia ultra centenaria alle spalle, il G.O.S. è l’eccellenza nell’ambito della Difesa nazionale nel contesto delle operazioni subacquee ed estende le proprie capacità anche a numerose attività a favore della collettività soprattutto in ambito sanitario, scientifico e sociale.
Sono stati migliaia sia gli interventi volti alla bonifica dei litorali italiani da ordigni esplosivi residuati bellici, sia i trattamenti di ossigeno terapia iperbarica effettuati a favore di pazienti civili.
Per queste peculiarità gli operatori subacquei delle altre Forze Armate e Corpi Armati dello Stato possono essere formarti esclusivamente dal Gruppo Scuole di Comsubin che, attraverso dedicati percorsi formativi, li abilita a condurre immersioni in basso fondale secondo le rispettive competenze.
Il Gruppo Gruppo Operativo Subacquei (G.O.S.) del Comando Subacquei ed Incursori della Marina Militari: I Palombari
Il Gruppo Operativo Subacquei rappresenta un punto di forza, nonché elemento di orgoglio per la Marina Militare, infatti grazie alle sue capacità ed alla stretta collaborazione esistente con i diversi Dicasteri ed Agenzie dello Stato, il G.O.S. viene impiegato in Antartide per coordinare tutte le immersioni che vengono effettuate nell’ambito delle spedizioni italiane organizzate dall’Enea, nelle attività di ricerca e tutela dei beni archeologici subacquei oppure a supporto del Ministero dello Sviluppo Economico per quanto riguarda le attività ispettiva di controllo agli impianti e strutture subacquee delle attività di estrazione idrocarburi off-shore.
I Palombari sono spesso chiamati ad operare in complesse operazioni subacquee di Protezione Civile, peculiarità che rende tale componente della Marina un vero e proprio strumento dual use al servizio della collettività.
Alcune delle operazioni realizzate negli ultimi 10 anni
Nell’ultimo decennio i Palombari di Comsubin sono stati coinvolti nelle operazioni subacquee al naufragio della nave passeggeri Costa Concordia (2012); al crollo della torre piloti del porto di Genova (2013); nell’incidente all’Eurofighter Typhoon dell’Aeronautica Militare, impattato nelle acque di Terracina nel settembre del 2017.
Infine nei naufragi più drammatici accaduti negli ultimi anni nel Mar Mediterraneo: Lampedusa (ottobre 2013) e Mediterraneo Centrale (aprile 2015). In particolare, quest’ultima operazione, ha visto Comsubin impegnato nella ricerca e recupero delle salme a 370 metri di profondità ed il coordinamento di tutte le attività tese al recupero dal fondo dell’intero relitto (2015-2016). Per questa operazione è stata attribuita alla Marina Militare la Medaglia d’Oro al Merito Civile.
Le ultime operazioni realizzate
Solo lo scorso anno, i Palombari del Gruppo Operativo Subacquei hanno condotto un infinità di operazioni subacquee a favore della collettività che hanno permesso di ripristinare le condizioni di sicurezza di 162 località italiane effettuando 245 interventi di bonifica d’urgenza, che hanno consentito di rimuovere, attraverso 3.849 ore d’immersione, un totale di 45.591 ordigni esplosivi da nostri mari, laghi e fiumi; coadiuvare i medici ed infermieri di Comsubin a svolgere oltre mille trattamenti di ossigeno terapia iperbarica a favore della popolazione civile; riattivare il Porto Nuovo dell’isola di Pantelleria (TP), attraverso un innovativa proceduta d’intervento, distruggendo un masso ciclopico di 146 tonnellate che, dal 2012, impediva l’attracco dei traghetti e quindi la continuità territoriale con la Sicilia; effettuare un immersione, con la tecnica della saturazione, a favore della Soprintendenza della Liguria su di un relitto francese affondato nel 1795 durante la battaglia di Capo Noli (SV) dall’allora Comandante Horatio Nelson.
In particolare, quest’ultima operazione oltre ad essere stata un importante momento addestrativo teso a mantenere le capacità di intervento il alto fondale, ha segnato un primato mondiale in quanto ha rappresentato il primo scavo archeologico subacqueo effettuato con la tecnica della saturazione.