Lunedì 12 aprile, il Commissariato di Polizia di Terracina ha portato a termine una brillante operazione di polizia sottoponendo alla custodia cautelare in carcere di due uomini di Fondi, un quarantaduenne R. N. e un quarantacinquenne V.P.
L’operazione prende il nome da due soggetti infedeli, entrambi dipendenti di un’azienda di Terracina, che attraverso azioni plurime e continue, trincerandosi dietro l’anonimato, stavano estorcendo denaro al loro datore di lavoro.
I due, utilizzando telefoni e schede SIM di copertura, contattavano la vittima prospettandogli gravi ritorsioni se non avesse consegnato loro una prima tranche di quarantamila euro.
Gli stessi, inoltre, con tipiche modalità mutuate dal metodo mafioso, si proponevano di assoggettare la vittima in modo sistematico alla richiesta del pizzo.
Nonostante la scaltrezza degli indagati, che per formulare le richieste estorsive avevano anche recapitato missive sull’uscio di casa della vittima, gli investigatori, coordinati dai Sostituti Procuratori Antonio Sgarrella e Claudio De Lazzaro, hanno individuato la giusta pista investigativa approntando servizi tradizionali e attività intercettive.
Parallelamente all’attività investigativa, sono stati garantiti servizi riservati a tutela delle vittime.
Le minacce formulate dagli indagati prospettavano infatti gravi ritorsioni da compiersi sui titolari dell’azienda e danneggiamenti che, concomitanti alla crisi economica conseguenza della pandemia, ne avrebbero causato la chiusura.
Quando oramai i due indagati erano pronti ad un’azione intimidatoria e dimostrativa, che avrebbe danneggiato e terrorizzato definitivamente la vittima con l’incendio di alcuni furgoni, i solidi ed incontrovertibili elementi acquisiti dagli investigatori hanno consentito ai Pubblici Ministeri di chiedere ed ottenere i provvedimenti restrittivi in carcere emessi, nei confronti dei due indagati, dal Gip del Tribunale di Latina Pierpaolo Bortone.