Con giovedì 3 ottobre avrà inizio il “Monastero invisibile”, la proposta mensile di preghiera curata dall’Ufficio Diocesano Vocazioni.

L’iniziativa ha come principale obiettivo la comunione nella preghiera per le vocazioni che si invita a vivere come Chiesa diocesana ogni primo giovedì del mese, attraverso lo schema che l’ufficio invierà mensilmente.

Lo schema può essere utilizzato in maniera libera, attraverso un momento di preghiera comunitario oppure in maniera individuale, condividendo il fine PDF tra i propri contatti.

Lasciamo a ciascuno di voi la libertà e la creatività nel trovare tempi e modi più adatti alle vostre comunità e ai vostri gruppi per incentivare e sostenere la preghiera per le vocazioni, durante tutta la giornata.

Certi che la preghiera per le vocazioni sia una responsabilità di tutta la Chiesa, ci auguriamo che tutti possiamo prendere a cuore questo impegno, condividendo l’iniziativa ed eventualmente segnalando all’Ufficio Diocesano suggerimenti, proposte e correzioni che accetteremo con entusiasmo.

Introduzione: Ci raccogliamo sotto lo sguardo materno di Maria per lasciarci guidare da Lei, nostra dolcissima Madre, nel pregare insieme per le vocazioni, accostandoci alla sua Parola che ridesta in noi la fede e ci riempie di ogni gioia e consolazione.

Ci sia accanto Lei, Donna del Sì, mentre facciamo esperienza dell’amore di Dio; ci aiuti con la sua materna intercessione a seguire in ogni giorno della nostra vita il Figlio suo, Gesù salvatore, che desidera scommettere su di noi, per trasformare l’acqua della nostra povertà in ricchezza per il mondo intero. Invocazione allo Spirito Santo: Vieni Spirito Santo, riempici del tuo Amore, consolaci con la tua presenza, illuminaci con la Tua luce e donaci la sapienza del cuore, per accogliere con semplicità e fede la Parola che ancora una volta il Signore Gesù ci dona.

Dal Vangelo secondo Giovanni 2,1-11

Tre giorni dopo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno più vino». 4 E Gesù rispose: «Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora». La madre dice ai servi: «Fate quello che vi dirà».

Vi erano là sei giare di pietra per la purificazione dei Giudei, contenenti ciascuna due o tre barili. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le giare»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora attingete e portatene al maestro di tavola». Ed essi gliene portarono. E come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, il maestro di tavola, che non sapeva di dove venisse (ma lo sapevano i servi che avevano attinto l’acqua), chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti servono da principio il vino buono e, quando sono un po’ brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono». Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.” Riflessione C’è una festa grande, in una casa di Cana di Galilea: le porte sono aperte, come si usa, il cortile è pieno di gente, gli invitati sembrano non bastare mai alla voglia della giovane coppia di condividere la festa, in quella notte di fiaccole accese, di canti e di balli. C’è accoglienza cordiale perfino per tutta la variopinta carovana che si era messa a seguire Gesù, salendo dai villaggi del lago. Il Vangelo di Cana coglie Gesù nelle trame festose di un pranzo nuziale, in mezzo alla gente, mentre canta, ride, balla, mangia e beve, lontano dai nostri falsi ascetismi. Dio si è fatto trovare a tavola. La bella notizia è che Dio si allea con la gioia delle sue creature, con il vitale e semplice piacere di esistere e di amare: Cana è il suo atto di fede nell’amore umano. Lui crede nell’amore, lo benedice, lo sostiene. Ci crede al punto di farne il caposaldo, il luogo originario e privilegiato della sua evangelizzazione. Gesù inizia a raccontare la fede come si racconterebbe una storia d’amore, una storia che ha sempre fame di eternità e di assoluto. Il cuore, secondo un detto antico, è la porta degli dei. Anche Maria partecipa alla festa, conversa, mangia, ride, gusta il vino, danza, ma insieme osserva ciò che accade attorno a lei. Il suo osservare attento e discreto le permette di vedere ciò che nessuno vede e cioè che il vino è terminato. Non è il pane che viene a mancare, non il necessario alla vita, ma il vino, che non è indispensabile, un di più inutile a tutto, eccetto che alla festa o alla qualità della vita. Ma il vino è, in tutta la Bibbia, il simbolo dell’amore felice tra uomo e donna, tra uomo e Dio. Felice e sempre minacciato. Non hanno più vino, esperienza che tutti abbiamo fatto, quando ci assalgono mille dubbi, e gli amori sono senza gioia, le case senza festa, la fede senza slancio. Maria indica la strada: qualunque cosa vi dica, fatela. Fate ciò che dice, fate il suo Vangelo, rendetelo gesto e corpo, sangue e carne. E si riempiranno le anfore vuote del cuore. E si trasformerà la vita, da vuota a piena, da spenta a felice. Il Dio che chiama è il Dio delle nozze di Cana, il Dio della festa, del gioioso amore danzante; un Dio felice che sta dalla parte del vino migliore, del profumo di nardo prezioso, che sta dalla parte della gioia, che soccorre i poveri di pane e i poveri di amore. Preghiamo il Salmo 112 Lodate, servi del Signore, lodate il nome del Signore.

Sia benedetto il nome del Signore, ora e sempre.

Dal sorgere del sole al suo tramonto sia lodato il nome del Signore. Su tutti i popoli eccelso è il Signore, più alta dei cieli è la sua gloria. Chi è pari al Signore nostro Dio che siede nell’alto e si china a guardare nei cieli e sulla terra? Solleva l’indigente dalla polvere, dall’immondizia rialza il povero, per farlo sedere tra i principi, tra i principi del suo popolo. Fa abitare la sterile nella sua casa quale madre gioiosa di figli.

Intenzioni di preghiera

Il Signore non si accontenta di un’adesione formale al Suo messaggio di salvezza, Egli pretende una radicalità del nostro essere cristiani: vuole trasformarci e renderci vino nuovo.

Preghiamo insieme e diciamo: Signore rendici vino nuovo. Perché sappiamo seguire l’indicazione di Maria: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela” e seguendo il suo esempio possiamo far fruttificare la nostra vocazione cristiana.

Preghiamo. Perché il cuore dei giovani sia sempre sicuro che il domani riserva “il vino migliore” e con questa certezza ascoltino la voce del Signore che li chiama.

Preghiamo. Perché la Tua parola e la Tua presenza accompagnino sempre i giovani che si stanno preparando al sacerdozio o alla vita consacrata affinché possano donarsi totalmente a Te.

Preghiamo. Perché il tuo stare a tavola con noi rafforzi il vincolo di unione e di amore degli sposi cristiani affinché attorno alla loro mensa possano crescere famiglie gioiose.

Preghiamo Perché ciascuno di noi ti offra con gioia la sua giara vuota fiducioso che solo tu potrai riempirla di quel vino buono che riempie la vita di amore e pienezza.

Preghiamo: O Padre, tutto si esaurisce nella nostra vita eccetto Te e il Tuo amore. Fa’ che in virtù di questo la nostra finitezza sia un’occasione da cogliere e non un ostacolo da odiare. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. Amen.

Concludiamo questo momento di preghiera con la Salve Regina affidando a Maria ogni vocazione.

INTENZIONE MENSILE

Durante questo mese di ottobre ricorderemo giornalmente nella nostra preghiera i missionari e pregheremo insieme per le vocazioni alla vita missionaria.