Il dinamico e operativo medico psichiatra dottore Giuseppe Ionta, direttore del Centro Marica ASL di Marina di Minturno, lancia un appello che riportiamo testualmente: “Comunità terapeutiche e Covid.
Senza vaccini riabilitazione spuntata.
Le Comunità sono le strutture in cui si attuano i percorsi di riabilitazione per persone con disturbi psichiatrici.
In Regione Lazio, un percorso-tipo dura in media un anno o due.
Si tratta in effetti, di tipologie diverse di strutture, ma facciamo un discorso generale.
Da marzo 2020 anche nelle nostre Comunità terapeutiche psichiatriche abbiamo imparato il significato di lockdown.
Significa che abbiamo dovuto sperimentare una maggior distanza interpersonale, a ragione definita distanziamento sociale.
Per gran parte del tempo, sono state ridotte le uscite autonome all’esterno e, prudentemente, sono stati sospesi i rientri in famiglia.
I contatti coi familiari si sono limitati ad una volta al mese per un tempo molto breve (30 minuti) all’esterno della Comunità, come raccomandato dalle linee guida regionali. In questo clima di sospensione, è stato senz’altro più difficile continuare nei programmi delle attività.
Eppure lo abbiamo fatto, insieme, utenti ed operatori. Sono divenute preponderanti le attività svolte “indoor” con un impegno maggiore degli operatori.
È stata richiesta più attenzione e rigore anche in relazione all’utilizzo dei DPI (dispositivi di protezione individuale).
A tal proposito, va riconosciuta ai nostri ospiti la costanza nell’utilizzo corretto delle mascherine.
All’interno delle Comunità siamo più vicini.
Per questo, possiamo esprimere la speranza che molti messaggi, interazioni, vissuti (vedi il cloud sottostante) possano esprimersi con forza positiva a distanza, come semi sotto la neve.
Vi sono stati ancora nuovi ingressi e dimissioni, visite specialistiche ed esami strumentali, ecc.
Varie persone hanno avuto la febbre e per questo motivo sono state in isolamento e sottoposte a tampone.
In effetti, è stato un lavoro delicato ed importante, ma efficace: finora non abbiamo avuto ospiti contagiati! Tuttavia, ci accorgiamo che non basta!
La limitazione nelle uscite, la riduzione dei contatti sociali non può non avere un effetto di spinta alla regressione emotiva ed al ritiro sociale.
Ulteriore prova ne sia la difficoltà all’uscita dalle strutture: dove vanno i pazienti dopo la Comunità?
A quale prospettiva futura li stiamo realmente preparando?
Non possiamo definirci strutture riabilitative se non mettiamo i nostri ospiti in condizione di sperimentare liberamente una relazione con le persone nel mondo reale.
Per questo motivo, chiediamo con forza che i nostri utenti siano sottoposti in tempi brevi alla vaccinazione anti-Covid.
A nostro parere, ciò vale anche per tutti gli altri ospiti di strutture terapeutiche residenziali (che per età vanno dai minori ai giovani ed agli adulti fino ai 65 anni), sia pubbliche che private accreditate.
Infatti, si tratta di persone che risiedono nelle strutture per lunghi periodi, sottoposti a terapie farmacologiche a lungo termine e spesso in presenza di patologie associate.
D’altra parte, la vaccinazione è stata prevista per gli ospiti di strutture con cui vi sono punti di contatto, come le RSA (età, patologie croniche, sintomi psichiatrici).
A ciò si aggiunga che vi sono nel Lazio ASL come la RM6 che hanno già effettuato la scelta di vaccinare tutti gli ospiti delle strutture residenziali psichiatriche”.