Un anno or sono 8 settembre 2019, Festa della Natività di Maria, a Marina di Minturno, presso la Chiesa dei Missionari del Sacro Cuore, si è svolto il solenne rito della benedizione della statua di Nostra Signora del Sacro Cuore.
Si tratta di una pagina di storia della Chiesa minturnese che vale la pena conoscere.
L’importante evento sta nel fatto che da 80 anni la statua non era stata mai rimossa dall’altare maggiore e per poterla restaurare sono intervenuti i Vigili del Fuoco, come sono stati i Vigili del Fuoco a risistemare sull’altare maggiore la bellissima Immagine di Nostra Signora del Sacro Cuore.
Da 80 anni, infatti, i Missionari del Sacro Cuore sono presenti a Marina di Minturno con una loro comunità, una volta fiorente, oggi ridotta nei numeri, con la presenza di padre Adeodato Carollo e di padre Roberto Zambolin, impegnata nell’opera di evangelizzazione e di accoglienza.
Presso la comunità dei Missionari del Sacro Cuore si era recato, per una visita fraterna, il delegato arcivescovile di Gaeta, per la vita consacrata, padre Antonio Rungi, passionista, anche per venerare la santa immagine di nostra Signora del Sacro Cuore, collocata ai piedi dell’altare, in attesa della sistemazione definitiva.
Si tratta di una statua alta due metri e mezzo, che pesa alcuni quintali, al punto tale che per essere rimossa dall’altare per restaurarla ci sono volute varie ore di lavoro dei Vigili del Fuoco.
Nella foto in cui accanto all’icona mariana è padre Adeodato, certamente di altezza regolare, si rileva l’imponenza della statua, che era ed è stata sistemata nell’abside con lo sfondo il cielo stellato a significare la regalità di Maria e la protezione che la Beata Vergine Maria assicura a tutti i suoi devoti del territorio.
Con il passare del tempo, data la vicinanza del mare e la salsedine, la statua aveva perso il suo originario splendore e si è reso necessario un restauro.
Cosa che è stata fatta tramite mani esperte e competenti, come quelli dell’artista Clara Pia Corrente, nota restauratrice della zona.
Felicissimo il padre Adeodato Carollo, che da una vita è impegnato a Marina di Minturno ed ha svolto vari compiti a livello dell’Arcidiocesi di Gaeta, tra cui quello di vicario episcopale per la vita consacrata e consultore dei vescovi.
La devozione a Nostra Signora del Sacro Cuore risale al 1857 e nasce a Bourges, in Francia, dove un giovane sacerdote Giulio Chevalier (1824 – 1907) fonda la “Congregazione dei Missionari del Sacro Cuore”.
Fu proprio il giovane sacerdote a far presente ai suoi confratelli che nella sua Congregazione Maria sarebbe stata onorata con il titolo di “Nostra Signora del Sacro Cuore”.
La prima effige risale al 1891 e l’immagine prescelta era l’Immacolata (come appariva nella medaglia miracolosa di Caterina Lobouré), ma con una novità: in piedi, davanti alla Madonna, vi era Gesù fanciullo mentre con la sinistra mostra il suo cuore e con la destra indica la Madre.
L’immagine fu poi cambiata nel 1874 da Papa Pio IX in quella che attualmente è riconosciuta dalla Chiesa: Maria con il bambino in braccio nell’atto di svelarne il Cuore, mentre il Figlio indica la Madre.
Lo stesso padre Chevalier scrisse la preghiera a Nostra Signora del Sacro Cuore che accompagna il culto e la devozione alla Madonna della grande famiglia dei Missionari del Sacro Cuore e di quanti a Marina di Minturno e in varie parti del mondo, dove sono presenti questi missionari, la Madonna è venerata con grande devozione e partecipazione di popolo.
A Marina di Minturno questa devozione è stata mantenuta viva dai tanti sacerdoti che hanno vissuto in questa storica casa e che hanno lasciato il loro buon esempio a tutti i fedeli del luogo.
Di loro anche la comunità civile ne fa memoria, perché effettivamente hanno segnato la storia di questa località marina, rinomata e amata da residenti e villeggianti.
Tra tutti primeggia il ricordo dell’indimenticabile Padre Benedetto.
Chi scrive confessa il suo legame con questa Chiesa e l’icona di Nostra Signora del Sacro Cuore in quanto è lì che nel lontano 4 settembre 1971 si è unito giovanissimo in matrimonio con la sua sposa.