Ieri sera lunedì 16 marzo presso l’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma è terminata la battaglia dei medici per tenere in vita la signora Anna di Minturno, domiciliata a Cremona, infermiera di 55 anni. Dieci giorni intubata non sono bastati a garantirle la vita. La sposa, la mamma di tre figli maschi, la nonna di due nipotini e la zia amata da tutti i suoi familiari se ne è andata senza neppure poter abbracciare i suoi cari e aver diritto a un funerale in chiesa. Avrà semplicemente una benedizione al cimitero. La nipote Rossella Di Nardo stamattina ha dato la notizia pubblicando su un gruppo Facebook il seguente testo: “Alla fine la signora di Cremona (mia zia) che avete messo sulla gogna è morta, spero che per voi il prezzo da pagare sia stato saldato…buona vita a tutti 👋”
Venerdì 6 marzo la cugina Chiara Ciufo aveva pubblicato sempre su Facebook un testo che induce alla riflessione, interpretando il pensiero della zia Anna: “Cremona NON è considerata zona rossa, quindi un viaggio programmato da mesi per un asintomatico non è preoccupante. Per puro scrupolo / coscienza, penso di avvisare l’ASL ma senza sintomi credo non mi effettuino neanche il tampone. Evito. Quando inizio ad avvertire il mal di gola prevedo già la tosse asmatica alla quale sono abituata. Dunque purtroppo non penso di avere il temuto virus, e continuo a vedere le mie cognate e i loro figli (i nipoti che adoro).
Mio figlio e la sua famiglia però non li incontro, la loro eccessiva prudenza mi fa sorridere, ma sotto sotto ci resto male. Nel frattempo aerosol e qualche medicinale mi aiutano a calmare un pochino la mia SOLITA tosse. Niente, quasi non respiro. Vado al pronto soccorso. Ed è qui l’errore vero. In questi giorni, con questi sintomi, il PPS è una zona off limits. Ho peccato d’ignoranza. La situazione precipita, in breve sono in terapia intensiva. Sto rischiando la vita perché le mie patologie rendono critico il quadro clinico. I miei sono increduli e preoccupati. Mio marito, rimasto al nord con gli altri figli, non sa che fare.
I miei cognati e nipoti iniziano una quarantena precauzionale e VOLONTARIA insieme al resto delle loro famiglie. Il paese nel quale vorrei invecchiare mi addita come se avessi scelto di infettare tutti. Inizia una caccia alle streghe in cui ogni 10 minuti uno dei miei parenti viene dichiarato positivo al COVID-19 (sia chiaro, con tanto di foto e storico familiare, perché a quanto pare qui le cose le fanno bene!!). Intanto provo a lottare per la mia vita. Per il momento (e si spera non vari) nessuno dei miei cari sembra esser stato contagiato. Ho involontariamente creato il panico, ma non sono io ad alimentarlo. Sto male, ma mi fa stare peggio il fatto che la mia grande famiglia non possa semplicemente preoccuparsi della quarantena volontaria, e della mia situazione.
NO…devono star lì a difendersi dai messaggi che girano, dal vociferare del paesello. Non importa se i casi del sud pontino non sono collegati a me, ho peccato di leggerezza e devo pagare. Non importa se sono in coma farmacologico, “se ne uscirà meglio che non si faccia vedere, perché abbiamo visto la foto e sappiamo riconoscerla…” Iniziano ad essere colpevolizzati anche i parenti dei miei parenti. Li avrò visti un paio di volte in tutta la mia vita, qualcuno neanche lo conosco, ma siccome associare nomi e famiglie in paese è all’ordine del giorno, per qualcuno sono tutti colpevoli e contagiosi. Io la paura la capisco, ma non mi spiego come improvvisamente vi manchino solidarietà ed empatia. Che succede alla zona che adoro e decanto?! Credevo che l’Amore fosse un vanto…”
La comunità di Minturno – Scauri non è stata solidale con lei, anzi. Anna, vogliamo chiamarla con il suo nome, meritava il nostro rispetto e solidarietà. Ora forti del sentimento della misericordia che contraddistingue i cristiani dobbiamo pregare per lei, dare conforto ai familiari e meditare sui nostri comportamenti. Non dobbiamo mai più perdere il senso della realtà trasformandoci in cacciatori di untori, precipitando di nuovo nel medioevo. Un abbraccio Anna, prega per noi tutti tuoi paesani.