Guardiamo al futuro …
Il presidente nazionale di Italia Nostra Onlus Ebe Giacometti ha indirizzato a tutti gli associati una lettera che perverrà agli iscritti con il bollettino del mese di gennaio 2021.
Questa testata giornalistica l’ha ottenuta in anteprima e la pubblica volentieri.
Il documento è scritto “intingendo il pennino nell’inchiostro del calamaio della verità”.
E la verità è la forza e l’orgoglio della prima associazione ambientalista italiana, fondata nel lontano 1951 a livello operativo e legalmente il 29 ottobre 1955.
Riconosciuta con decreto numero 1111 dal Presidente della Repubblica Gronchi nel 1958.
Conta sul territorio 200 sezioni ed è socia promotrice di Europa Nostra (il nome scelto è in lingua latina), federazione di 220 associazioni di prestigio con sede nel continente europeo.
Gli esponenti di Italia Nostra non giocano con le doppie tessere (associativa e partitica) e non cercano previlegi grazie alle appartenenze politiche, non piantano bandierine sui successi e le battaglie di altri.
Il nostro codice etico e comportamentale è firmato da Umberto Zanotti Bianco, Antonio Cederna e Giorgio Bassani, solo per citare alcuni dei nostri padri fondatori.
Ed ora con infinita condivisione diamo la parola al presidente nazionale che ha riservato l’onore alla Sezione del Golfo di Gaeta con sede a Scauri di essere una sua iscritta.
Scrive testualmente Ebe Giacometti: “Cari soci, Cari amici di Italia Nostra quando leggerete questa mia comunicazione avremo già lasciato alle spalle il 2020 e, con grande sollievo e aspettative, guarderemo al nuovo anno.
Ho tante cose da comunicare, perché i 12 mesi passati hanno messo in maggiore evidenza i problemi in cui si dibatte da anni ma anche le qualità fondative che rendono Italia Nostra unica e originale nel panorama dell’Associazionismo italiano.
Parto dalla gradita lettura di un saggio incentrato sulla nostra Associazione inviatomi dallo storico Luigi Piccioni.
Parla dell’Associazione, dei suoi albori, di come si è avvicinata ai temi dell’ambientalismo.
Così racconta gli anni che precedono la sua istituzione: Un tratto inedito che colpisce chi conosca personaggi e vicende della prima metà del secolo è un’attitudine di robusta opposizione alle scelte ritenute sbagliate o dannose di politici e funzionari pubblici, e la veemenza della denuncia. ampagne di stampa e petizioni, erano state presenti in Italia sin dagli ultimi anni dell’Ottocento ma nella convinzione diffusa che si trattasse anzitutto di convincere istituzioni e politici poco avvertiti ma in genere di buona volontà.
Da educare, insomma, nutrendo non di rado il dubbio di star andando contro le legittime aspirazioni degli “uomini utili”, cioè di imprenditori e politici che stavano modernizzando il paese per il bene di tutti.
In questo contesto si fanno strada la poliedricità d’ispirazione laica e antifascista di Cederna, l’approccio riformista dell’urbanistica di Insolera, Benevolo, Quaroni, l’amore per la conservazione e valorizzazione del bello dei Caracciolo, Zanotti Bianco, Bassani, la passione delle giovani intellettuali Desideria Pasolini dall’Onda, Elena Croce e, più tardi, Maria Antonelli Carandini.
Si cerca un progetto politico, sociale e progressista, dove il passato sia complementare al moderno.
Siamo nel 1951 ed escono gli articoli di Cederna “Vandali in casa” e “Futurama milanese” che, in contrasto con le proposte di intervento urbanistico su Roma e Milano, si afferma la necessità di difendere l’integrità dei centri storici italiani
Nel 1955 nasce Italia Nostra nell’alveo di un impegno prioritario e riformista in campo urbanistico dove la sensibilità di coloro che amano il bello e intendono tutelare il patrimonio storico, artistico e culturale si compenetra con la consapevolezza che ciò avverrà solo grazie ad una corretta e sociale pianificazione del territorio.
Questa premessa, invito anche a leggere le belle pagine di Piccioni, mi è utile per rappresentarvi ancora una volta quanto la realtà che viviamo sia poco mutata e, soprattutto, quanto sia ancora necessario l’impegno a tutelare la conservazione del patrimonio culturale del nostro Paese.
La cronaca politica di questo lungo e doloroso anno, lo conferma ogni giorno che passa.
Il 2020 sarà ricordato come l’anno del COVID19 e della pandemia.
L’anno che ha visto nel mondo morire milioni di persone e messo in evidenza le debolezze e incapacità organizzative di coloro che amministrano gli Stati.
È l’anno che ha colpito soprattutto la generazione dei sopravvissuti all’ultima guerra mondiale privando molti di quei genitori anziani dimostratisi il vero welfare dell’Italia, ottantenni depositari insostituibili di un’epoca dove l’affetto e il senso di appartenenza alla famiglia erano ancora principi fondanti.
Ma il 2020 è stato anche l’anno della grande illusione: nei lunghi mesi di segregazione in casa, abbiamo visto quanto l’uomo avesse alterato l’ambiente del Pianeta.
Velocemente la Natura si è riappropriata delle città, dei porti, dei laghi e delle montagne.
Foto e filmati di delfini e balenottere ad un passo dalle nostre coste o lungo i canali di una Venezia deserta, bellissima, rimarranno per sempre nei nostri occhi.
I valori del CO2 si erano normalizzati e il buco dell’Ozono ridotto.
Ci siamo illusi che questa lezione, per dura che fosse, avrebbe fatto rinsavire la Grande Politica e al momento necessario potesse servire per una ripartenza diversa più attenta alla sostenibilità dell’ambiente, al rispetto per la vita, per la natura, per la biodiversità e per l’uomo.
Purtroppo, la realtà è stata ben diversa.
Abbiamo assistito al rinnovato balletto dei red carpet di supponenti ed inutili task-force confermatesi superficiali teatrini privi di una visione strategica e reale condivisione di idee sul come ripartire e cosa fare per il nostro Pianeta.
Ma Italia Nostra non si è mai scoraggiata.
L’Associazione ha voluto continuare a dare il proprio contributo al Paese sia attraverso puntuali attività per la tutela del ns territorio, sia rinforzando la partecipazione delle sezioni alle campagne di comunicazione per far conoscere il nostro Patrimonio in pericolo.
La sede nazionale si è impegnata a sostenere questo lavoro sia pure da remoto.
Nonostante le tante difficoltà imposte dal lock down e il susseguirsi dei DPCM, le sezioni hanno infatti continuato a svolgere il ruolo di stimolo culturale verso le loro comunità cittadine.
Certamente l’impossibilità di riunirsi ha contrastato lo svolgersi di consuete attività culturali, che caratterizzavano la vita sociale nei territori e avvicinavano molti a Italia Nostra.
Abbiamo perso dei soci ma, nel 2021, speriamo ci sia un’inversione di tendenza e per questo l’area comunicazione si è impegnata nell’elaborazione di un calendario di iniziative per coinvolgervi.
Da gennaio, dopo la fortuna dei webinar organizzati sul Paesaggio dal settore EDU, dal Regionale Lombardo e dal responsabile del Presidio di Pordenone e a seguito delle sollecitazioni di alcuni presidenti di sezione, si proporranno degli eventi di approfondimento sui temi che ci sono cari.
Esperti in materia di tutela, conservazione della Natura, restauro e pianificazione urbanistica, si alterneranno nei mesi a venire per offrire ore di informazione culturale, puntuale e scientifica.
Saranno incontri (webinar e dirette Facebook) aperti a tutti gli associati e da promuovere verso le tante persone a noi vicine per coinvolgerle e allargare la base sociale della nostra comunità.
Parleremo di come ripopolare i borghi italiani, come garantire la conservazione del tessuto storico delle nostre città, l’insidiosità della rigenerazione urbana, l’uso delle opere d’arte custodite nei depositi dei musei e la semplificazione della disciplina di conservazione dei beni culturali introdotta dalla Carta di Catania, quali Paesaggi ridisegna il green deal, lo stato dell’arte dell’archeologia in Italia (università, lavoro, istituzioni), organizzeremo sessioni di approfondimento sulle sentenze e nuove norme che nel 2020 hanno fatto scuola e influiranno sulla storia della tutela italiana…
Tanti temi dove coinvolgeremo anche esponenti delle istituzioni per aver in put diretti su quanto si sta elaborando a livello parlamentare o regionale.
Crediamo che questo lavoro possa interessare ed essere utile e, soprattutto, speriamo possa coinvolgere tutti.
Il 2021 chiama chiaramente anche ad altre azioni parimenti impegnative e che partono sempre dalle vostre sollecitazioni.
Sede centrale continuerà infatti a rafforzare il suo impegno di pressione sul Governo e sui Ministeri dell’Ambiente e dei Beni Culturali affinché il futuro del Paesaggio italiano non sia condannato alla declinazione pseudo-industriale auspicata recentemente in una intervista dal Presidente di Legambiente.
Il paragone delle pale eoliche con le nostre cattedrali “perché il Paesaggio è sempre cambiato”, è un’affermazione paradossale e gravissima, soprattutto che non mette a fuoco il vero problema che scaturisce dall’applicazione non regolamentata del green deal: l’alterazione, irrecuperabile, per una finta declinazione industriale del ns territorio.
È una grave leggerezza che spero sia scaturita dalla ricerca di “frasi effetto” in seno ad una intervista discutibile, mal impostata e, per altro denigratoria, di realtà dell’ambientalismo importanti per competenze e capacità di elaborazione come Amici della Terra e Medici per l’Ambiente.
È fondamentale invece che, come sta avvenendo in Sardegna per la legge sul Piano Casa, si ricompatti il fronte delle associazioni che operano per la conservazione e non speculazione del ns territorio.
È un impegno, uno sforzo necessario per trovare una strada condivisa definendo il percorso politico entro il quale realizzare la transazione energetica e ambientale in modo equo e realmente sostenibile, un percorso che impedisca altro consumo indiscriminato di suolo, i gravissimi danni paesaggistici, l’incidenza negativa sugli habitat naturali e la biodiversità.
Una linea di pensiero che assicuri il rispetto dei territori intorno alle nostre città storiche, ai borghi e alle preesistenze artistico architettoniche (pievi, chiese, santuari ecc.) che determinano l’unicità attrattiva turistico-culturale del ns Paese.
Per tali obiettivi, circa cinque anni fa, lavorammo insieme alle associazioni ambientaliste (compresa Legambiente) contro gli impianti eolici intorno a Tarquinia.
Speriamo che, come per la Sardegna e come per tante altre battaglie, si torni a quel senso di unità di principi e di azioni.
E noi di Italia Nostra lavoreremo per questo.
Siamo consapevoli che è un percorso non privo di ostacoli.
È un momento difficile per tutto l’ambientalismo ma non solo per il Terzo settore.
Sono anni che assistiamo infatti ai diversi tentativi di negare il diritto di espressione e dissenso sull’operato dell’amministrazione pubblica.
I ricorsi ai TAR sono sistematicamente rigettati, con l’obbligo di pagamento di onerose spese legali. Rimangono solo i pronunciamenti della Corte Costituzionale ma la tentazione di mettere il bavaglio al dissenso è largamente diffusa.
Il recente caso fiorentino della querela a Tommasi Montanari da parte del sindaco Nardella, ne è l’ultimo esecrabile esempio ma conferma la pericolosa deriva che vuole bloccare ogni possibile contestazione democratica sull’operato degli amministratori locali.
Una cosa inaccettabile.
Sono temi caldi e sui quali l’Associazione non deve abbassare la guardia.
La sentenza di Vicenza che riconosce fortunatamente le nostre ragioni, speriamo faccia scuola in tal senso.
Il 2021 quindi apre vecchie e nuove sfide.
Una tra queste è il tema della demolizione dello Stadio di Calcio di Firenze Franchi che ha riportato all’attenzione di Italia Nostra l’altra grande criticità: il problema della conservazione dell’impiantistica sportiva italiana.
Si tratta spesso di opere di grande spessore nella storia dell’architettura del XX secolo.
San Siro a Milano, la Favorita a Palermo, lo Stadio Flaminio a Roma.
Grandi infrastrutture di cui i tre complessi citati sono solo un piccolo esempio di un tema ampio, complesso e delicato al quale chiamiamo l’Associazione a lavorare, per fare un esame di conoscenza dello stato dell’arte nelle varie realtà territoriali.
Obiettivo? Sensibilizzare il Mibac sulla situazione nazionale e spingerlo ad operare non con l’approccio della casualità temporale ma stabilendo principi chiari e comuni di salvaguardia in tutto il Paese.
Infine, ma non ultima tra le tante proposte di lavoro che sollecitano le sezioni, sosterremo presso il Governo e nelle sedi opportune le nostre proposte sia per fondi della Next Generation EU (ad esempio: la proposta di usare i fondi per riequilibrare l’ecosistema della Laguna di Venezia, proposta già condivisa con LIPU e WWF) sia per una puntuale azione sul Recovery Plan (PNRR: Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) che si chiude ad Aprile 2021 perché sia considerata la funzione strategica del Paesaggio per il rilancio del Sistema Paese anche in ottemperanza all’art 9 della Costituzione, già declinato nella Convenzione europea del 2000.
Come leggete sono tutte materie che comporteranno lavoro e competenze.
In molti casi nascono dalle vostre segnalazioni e dagli esperti delle sezioni e, a livello nazionale, si traducono in documenti, azioni e attività di sensibilizzazione nazionale delle istituzioni.
Questo è il modo di procedere che Italia Nostra persegue da 65 anni e continuerà a portare avanti nelle sfide che ci attendono.
Per questo ringrazio tutte le realtà locali dell’Associazione che si sono spese in impegnativi lavori e interventi di tutela… nonostante le difficoltà non vi fermate e noi saremo sempre con voi.
INSIEME NEL 2021.
Auguri per questo Nuovo Anno”.