È morto, infine, il Paziente 1 di Fondi, che era risultato positivo al coronavirus dopo aver partecipato alla festa di Carnevale che ha creato tanto scalpore in tutta la provincia poiché ha dato origine al cluster della cittadina. A confermare la scomparsa è stato Beniamino Maschietto, sindaco facente funzioni di Fondi: il decesso dell’ottantenne è avvenuto nella serata di sabato 21 marzo presso l’Ospedale Spallanzani di Roma. L’uomo aveva partecipato al “Carnevale degli anziani”, svoltasi il 25 febbraio scorso in un ristorante del litorale e considerata origine dei contagi della città della provincia di Latina. Le condizioni del paziente sarebbero peggiorate negli ultimi giorni, anche a causa di patologie preesistenti. Era un lavoratore stimato, padre di tre figli. Non è da considerarsi l’untore poiché in quella maledetta festa carnevalesca in tanti si sono contagiati. Lui è stata l’involontaria “vittima sacrificale” a un nemico invisibile di noi tutti. Salgono ad otto, dunque, i decessi di pazienti positivi al Covid-19 in provincia di Latina. La settima morte è stata registrata venerdì 20 marzo presso l’Ospedale San Giovanni di Dio di Fondi: a perdere la vita una settantacinquenne del luogo. Fondi, dichiarata zona rossa con ordinanza straordinaria della Regione Lazio, è al momento la città pontina che registra il più alto numero di pazienti positivi al coronavirus, segue Latina, capoluogo di provincia.
La decisione di blindare Fondi è arrivata dopo che la direzione regionale salute, recatasi sul posto per svolgere uno studio epidemiologico di urgenza, ha stimato che circa l’1% della popolazione di Fondi sarebbe positivo al Covid-19 (potrebbero esserci circa 400 persone potenzialmente infette su meno di quarantamila abitanti. Numeri che fanno pensare, se si considera che il focolaio di Codogno aveva fatto registrare un tasso di contagio dello 0,9%. La diffusione del virus sul territorio ha reso necessarie graduali misure restrittive, fino all’attuale divieto di entrata e uscita, alla drastica riduzione delle attività commerciali e amministrative e alla rimodulazione, ma non alla chiusura, dell’attività del Mercato Ortofrutticolo, uno dei più grandi d’Europa (vedere altro nostro servizio pari data).
Il vicesindaco facente funzioni Beniamino Maschietto ha reso noto che l’amministrazione “sta lavorando continuamente con le forze dell’ordine perché in questo momento è importante che l’ultima ordinanza sia osservata, per far capire a tutti i cittadini l’importanza e la responsabilità del momento”. Nel frattempo il Paziente 1 in Italia è stato dichiarato guarito. Il contagio iniziale risalirebbe al 1 febbraio dopo una serata con un collega rientrato dalla Cina Poi le gare podistiche, le giornate al lavoro e le uscite nei locali Il 18 febbraio i sintomi e la visita al Pronto Soccorso di Codogno: due giorni dopo è in terapia intensiva. Nei suoi spostamenti pregressi si registra una cena con i colleghi di lavoro a Codogno il primo febbraio. Al tavolo c’è anche D.G., manager di una società di Fiorenzuola d’Arda, in provincia di Piacenza, che vive più in Cina che in Italia. È con ogni probabilità il 1 febbraio il giorno del maledetto contagio: il coronavirus che arriva in Lombardia e la mette sotto assedio, esigendo un tributo di sangue, a partire da 10 paesi del Lodigiano in isolamento. Scuole e negozi chiusi, attività sportive sospese, persino cerimonie religiose bandite.
La verità è che ogni spostamento del trentottenne colpito dal virus può avere provocato dei contagi, con una rapidità di propagazione che sorprende gli esperti stessi riuniti permanentemente in un vertice. L’uomo, ricoverato in gravi condizioni all’ospedale di Codogno, ha una vita sociale e sportiva più che attiva. Mai vista una situazione simile in Europa finora. In casa la moglie, incinta all’ottavo mese, è ricoverata all’Ospedale Sacco, il test è risultato positivo, ma le sue condizioni non risultano particolarmente gravi. Per l’ulteriore contagio galeotto fu lo sport. Il 2 febbraio Mattia partecipa a una gara podistica in Liguria tra Santa Margherita Ligure e Portofino. E una settimana più tardi, il 9 febbraio, corre a Sant’Angelo Lodigiano. Di sicuro fra i contagiati c’è un suo amico podista. Il 4 febbraio è al pub/birreria di Casalpusterlengo. Una serata con amici, tra cui ancora D.G., che non rientra in Cina vista la situazione là e non immagina l’incubo in cui sta per precipitare l’amico e tutta una Regione. È proprio per la frequentazione di un bar che s’ammalano tre clienti, anche se non hanno avuto un contatto diretto con Mattia. Due destini diversi per il Paziente 1 nazionale e il Paziente 1 di Fondi. La guerra continua …