Oggi non abbiamo buone notizie, i nuovi casi dai 26.800 di ieri sono saliti a 31.084″. Lo ha detto il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, intervenendo al punto stampa al ministero sulla situazione epidemiologica. “Tutti questi dati – ha aggiunto – in qualche misura sono attesi. Non ci dobbiamo aspettare cambiamenti del trend dovuti a un impatto immediato delle misure, ci vorranno due o tre settimane. Per ora vediamo ancora la tendenza all’aumento del numero dei positivi”.
L’indice tra contagi e tamponi si attesta così al 14,4%, ha detto Rezza. Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 215.085 tamponi. Ieri c’erano stati 26.831 nuovi casi con 201.452 tamponi (13,3%), mercoledì 24.991 nuovi casi con 198.952 tamponi (12,56%), martedì: 21.994 nuovi casi con 174.398 tamponi (12,6%), lunedì 17.012 nuovi casi con 124.686 tamponi (13,6%).
Aumentano ancora le terapie intensive dove ci sono 1.746 persone ricoverate. (+95 da ieri). Crescono i ricoveri ordinari, 1.030 in più (ieri erano 983), e sono ora 16.994. Gli attualmente positivi sono 325.786 (+26.595), 283.567 i guariti (+4.285).
Lieve calo dei decessi, 199 contro i 217 di ieri, per un totale di 38.321. Il totale dei contagiati dall’inizio dell’epidemia sale a 647.674.
In aumento i guariti, 4.285 contro i 3.878 di ieri, per un totale di 283.567, mentre il numero degli attualmente positivi si impenna (+26.595 contro i 22.734 di ieri), arrivando a sfiorare i 325.786 malati. Di questi, 307.046 sono in isolamento domiciliare, quasi 26mila più di ieri.
Brusaferro (Istituto Superiore di Sanità): “Situazione grave in 13 regioni. E in Piemonte e Lombardia con Rt sopra a 2”
La regione con più casi è sempre la Lombardia, con 8.960 casi nuovi (ieri erano 7.339), seguita da Campania (3.186), Veneto (3.012), Toscana (2.765) e Piemonte (2.719). Nel Lazio sono 2246, mentre la regione italiana meno contagiata è la Basilicata (+95).
L’allarme dell’Iss: “Rapido peggioramento. Rischio alto per 11 regioni”
In Italia l’epidemia è in “rapido peggioramento”. A lanciare l’allarme è l’Istituto superiore di Sanità che definisce “a rischio elevato” undici regioni, mentre ce ne sono 4 (Calabria, Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte) più la provincia di Bolzano, che sono già nello scenario 4. Il che significa che sono a rischio di tenuta i servizi sanitari nel breve periodo. Si conferma pertanto una situazione “complessivamente e diffusamente molto grave sul territorio nazionale con rischio di criticità importanti a breve termine in numerose Regioni/PA italiane”. A ottobre l’indice di trasmissibilità Rt calcolato sui casi sintomatici è pari a 1,70.
Report: in 8 regioni già esauriti i posti delle terapie intensive Covid
In otto Regioni si stanno già utilizzando i posti letto di terapia intensiva che dovrebbero essere dedicati ai pazienti non Covid-19.
È quanto emerso dalla 26esima puntata dell’Instant Report Covid-19 dell’Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari (Altems) dell’università Cattolica, che effettua un confronto sistematico dell’andamento della diffusione di Sars-Cov-2 a livello nazionale.
Le Regioni interessate sono Umbria, Lombardia, Marche, Toscana, Emilia-Romagna, Abruzzo, Calabria e Campania. In particolare, l’Umbria sta utilizzando più del 40% della propria dotazione strutturale di posti letto di terapia intensiva, la Lombardia il 16%, le Marche il 12%, la Toscana l’11,66%, l’Emilia-Romagna l’8%, l’Abruzzo il 4% e la Calabria poco meno del 2%.
La Campania, pur avendo raggiunto la massima saturazione della capacità ‘extra’ di posti letto in terapia intensiva, al momento non utilizza la capacità strutturale per pazienti Covid-19.
Si avvicina alla totale saturazione della capacità aggiuntiva la Puglia (99,95%), il Molise (99,66%), il Lazio (94,39%) e la Sardegna (90,01%). Piemonte, Liguria, Sicilia, Valle d’Aosta e P.A. di Bolzano hanno occupato più di 2/3 dei nuovi posti letto. Le restanti regioni italiane non presentano al momento particolari criticità. In Veneto è utilizzato il 25% della capacità ‘extra’.