Il Ministero della Salute informa che a oggi domenica 5 aprile ore 18.00 nell’ambito del monitoraggio sanitario relativo alla diffusione del nuovo Coronavirus sul territorio nazionale, i casi totali nel nostro Paese sono 128.948, al momento sono 91.246 le persone che risultano positive al virus. Le persone guarite sono 21.815. I pazienti ricoverati con sintomi sono 28.949, ancora in diminuzione i pazienti ricoverati in terapia intensiva 3.977, mentre 58.320 si trovano in isolamento domiciliare. I deceduti sono 15.887, a tal riguardo il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli ha sottolineato come oggi si sia registrato il numero più basso, a partire dal 19 marzo, di deceduti e come ancora oggi vi sia una diminuzione dei pazienti ricoverati in terapia intensiva. Borrelli ha anche segnalato che si interrompe da oggi il trasferimento di pazienti dalla Lombardia ad altre regioni, perché la situazione negli ospedali in Lombardia non lo richiede.
Un’altra buona notizia arriva dall’Istituto Nazionale Malattie Infettive INMI Lazzaro Spallanzani che registra un numero di pazienti dimessi maggiore di quello dei ricoverati. Il Ministro della Salute Roberto Speranza: “Dobbiamo dire la verità. La situazione resta drammatica. L’emergenza non è finita. Il pericolo non è scampato. Ci aspettano mesi ancora difficili. Il nostro compito è creare le condizioni per convivere con questo virus. Ecco, il verbo giusto è convivere. Almeno fino a quando non avremo il vaccino o una cura”. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, torna ad invitare al rispetto delle misure di contenimento, pur cominciando a tracciare gli scenari futuri di convivenza con il Virus, oggi come ieri nelle interviste con la stampa e nei tg. Lo fa mentre i dati confermano efficacia delle misure di contenimento. Ecco la lettura che ha fatto alla conferenza del 4 aprile il Presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli (Professore Ordinario di Pediatria – Università La Sapienza 4 Direttore del Dipartimento di Onco-Ematologia e Terapia Cellulare e Genica, IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma): “Senza le misure intraprese, uno studio autorevole ha definito che avremmo perso almeno trentamila vite. Quanto messo in atto è servito a contenere la diffusione epidemica e a ridurre il numero dei nostri concittadini deceduti e quelli costretti a ricorrere alla terapia intensiva. Il ministro Speranza ha ricordato l’importanza di rispettare le norme di distanziamento sociale. Ma il sindaco di Milano ha sottolineato l’incremento degli spostamenti.
Ognuno di noi deve avere dei comportamenti improntati al più alto senso di responsabilità individuale. È l’unico modo per onorare la memoria dei nostri concittadini che hanno perso la vita. In Italia centrale e meridionale c’è stata la capacità del sistema sanitario di contenere una crescita importante del numero di soggetti infetti. Non era scontato ottenere questo risultato. Il primo obiettivo era abbassare R con zero per portarlo a uno, ossia ogni positivo ne contagia solo un altro. Questo obiettivo è stato raggiunto, ora vogliamo andare oltre, ancora di più ridurre questo dato e portarlo sotto uno, per avere l’evidenza che la diffusione epidemica nel Paese si è quantomeno assestata come incremento giornaliero, meglio ancora declina. Per un poco di mesi dovremo convivere con questa infezione, ovviamente l’obiettivo è ridurre sempre di più questo numero”.