SENTENZA DEL CONSIGLIO DI STATO DA RAGIONE A ITALIA NOSTRA

E I ROMANI E NON SOLO SI RIAPPROPRIANO DELL’OSPEDALE SAN GIACOMO

Ci sono voluti 4.745 giorni per mettere la parola fine sull’assurda chiusura del Polo Sanitario del Centro Storico di Roma grazie alla grande combattente Oliva, erede del Cardinal Salviati.

In questi 13 anni Italia Nostra Roma è scesa in piazza per impedire la dismissione dello storico ospedale che, come previsto dal testamento del Cardinale Salviati doveva e deve avere un unico utilizzo: ospedale.

Due esposti alla Procura della Repubblica e alla Procura Generale della Corte dei Conti, fiaccolate e sit-in questo il contributo di Italia Nostra Roma per la salvaguardia dello storico ospedale di Roma.

“Si è omesso che sull’immobile insiste un vincolo di destinazione imposto dal proprietario alla fine del 500”, “non doveva disporsi la chiusura di servizi essenziali di altissima qualità, essendo il San Giacomo inserito nel Piano Emergenza massimo afflusso stante la sua posizione”, “omissione della valutazione dei diritti ed interessi pubblici coinvolti”,  “non considerazione contraddittorietà con piano rientro che prevedeva solo riduzioni posti letto”, sono questi i passaggi chiave della Sentenza del Consiglio di Stato che, di fatto, permette ai romani di riappropriarsi dell’Ospedale San Giacomo in pieno centro storico, da 13 anni privo di qualsiasi presidio sanitario. 

Una battaglia, quella di Italia Nostra Roma portata avanti da Carlo Ripa di Meana affiancato tra gli altri dai nostri Consiglieri Mirella Belvisi @AnnaBarberio Gemma Mezza e Oreste Rutigliano

La foto è tratta dal Cineracconto “Storia di un Cavaliere errante” realizzato dal Consigliere di Italia Nostra Lazio Matteo Anastasi.

Andando su Wikipedia Enciclopedia Libera si può leggere la scheda che segue estremamente interessante e che alla fine onora l’impegno di Italia Nostra.

Ed ecco la storia dell’Ospedale di San Giacomo in Augusta, detto “degli Incurabili” (noto anche come Arcispedale di San Giacomo degli Incurabili), uno storico edificio situato nel centro di Roma, all’indirizzo via del Corso 499, adiacente alla Chiesa di San Giacomo in Augusta.

Ospedale di origine medievale, fu rifondato nel Cinquecento, nello stesso periodo di altri ospedali degli Incurabili presenti in altre città italiane.

L’edificio dell’Ospedale è situato tra Via del Corso (ex via Flaminia e, in seguito, via Lata) e Via di Ripetta (ex via Leonina).

A sud l’edificio costeggia via Canova (ex via di San Giacomo, poi via delle Tre Colonne), lungo la quale era situato lo studio del celebre scultore Antonio Canova.

Esso venne rivalutato da Ospedale, solo per gli incurabili, e presidio onnitaumaturgico nel 1339, per volontà del cardinale Pietro Colonna, discendente della dinastia dei vassalli dell’imperatore Federico I Von Hohenstaufen, detto Barbarossa, che lo aveva requisito rivendicandolo, in quanto bene dinastico imprescrittibile, inalienabile della corona del SRI degli Hohenstaufen, di cui i suoi avi furono vassalli, che comprendeva il palinsesto da Villa Borghese, all’attuale Piazza del Popolo, via Ripetta fino alla Scala Santa e compreso tutto il Vaticano.

I Colonna, come del resto i Frangipane, accettarono volentieri che l’Imperatore ripristinasse la sua avita eredità, in cambio comunque di formale acquisto con i soldi della corona tedesca di Barbarossa, ben consapevole che l’omaggio necessitasse di gratitudine, anche se i Colonna lo avrebbero comunque omaggiato, pur di diventare suoi Vassalli. (Monumenta Germaniae Historica)

L’avita plaque dell’Ospedale apposta dall’Imperatore Barbarossa recava la sindone, per stigmatizzare che gli Svevi custodivano la Sindone, totem taumaturgico.

Pietro Colonna lo ristrutturò, in seguito, in onore di suo zio Giacomo Colonna, deceduto nel 1318. L’appellativo “in Augusta” deriva dalla vicinanza ai ruderi del Mausoleo dell’Imperatore Augusto divenuti, nel Medioevo, roccaforte della stessa famiglia Colonna.

Nella seconda metà del XV secolo la gestione dell’ospedale venne affidata alla Compagnia del Divino Amore, già impegnata nella fondazione degli ospedali degli Incurabili italiani.

La rifondazione cinquecentesca con la promozione ad Arcispedale fu ordinata da Leone X nel 1515, mentre l’organizzazione fu riformata dall’attività di San Camillo de Lillis che qui concepì e fondò il suo Ordine.

Tra i benefattori si distinse Anton Maria Salviati che nel 1593 riedificò la grande struttura e la dotò di un fondo patrimoniale destinato esplicitamente alla sua autonomia economica: donò infine la struttura stessa alla città con il vincolo perpetuo di destinazione all’ospedalità.

Al San Giacomo Camillo de Lillis fondò l’Ordine dei Ministri degli Infermi (detti anche “Camillani”) e ne redasse le Regole.

Presso il San Giacomo operarono anche altri santi: Filippo Neri, Gaetano Thiene e Felice da Cantalice.

Dopo un’attività ospedaliera ininterrotta di ben 670 anni, l’ospedale è stato chiuso definitivamente nel 2008 dopo un periodo di ristrutturazione.

Da allora la chiusura è contestata da diversi comitati e associazioni, tra cui Italia Nostra, insieme a molti cittadini, che del San Giacomo rivendicano l’importanza sanitaria, istituzionale, culturale e storica.

Ospedale San Giacomo in Roma
Foto storica di una corsia dell’Ospedale San Giacomo in Roma