I tre parlamentari del MoVimento Cinque Stelle, i deputati Ilaria Fontana, Raffaele Trano e Giuseppe d’Ippolito hanno portato all’attenzione del MINISTERO DELL’AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE, presentando un interrogazione a risposta scritta 4_03283 (1), l’incredibile vicenda, emersa ormai oltre un anno fa, riguardo l’esistenza di una rete idrica parallela nel Comune di Itri. A Itri, l’acqua in almeno mille case, per un totale di 3-4mila abitanti, arriva direttamente dai pozzi di cinque privati che in realtà hanno un’autorizzazione a prelevarla solo per scopi agricoli. Generando così un indebito profitto privato per un bene pubblico e in violazione di ogni norma e legge che regolamenta sia la gestione della risorsa idrica sia dei controlli igienico sanitari circa la sua qualità per scopi umani.
I tre deputati auspicano la nomina di un commissario ad acta e si interrogano sul perché la Regione, dopo oltre un anno, non abbia ancora provveduto a dirimere l’incredibile vicenda, già finita alla Procura della Repubblica e dal Prefetto, sottolineando che “l’articolo 144 del decreto legislativo n. 152 del 2006 prevede che tutte le acque superficiali e sotterranee, ancorché non estratte dal sottosuolo, appartengono al demanio dello Stato; l’articolo 153 del decreto legislativo n. 152 del 2006 prevede che in caso di inadempienze (…) qualora la regione non adempia entro quarantacinque giorni, i predetti poteri sostitutivi sono esercitati, previa diffida ad adempiere nel termine di venti giorni, dal Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, mediante nomina di un commissario ad acta; non risultano attuate delle verifiche in merito agli usi dell’infrastruttura in questioni, così come non si ha notizia dell’esercizio dei poteri di controllo e sostitutivi di cui all’articolo 153 del decreto legislativo n. 152 del 2006”.