Mancano all’appello oltre 10.000 Carabinieri e quelli che abbiamo sono troppi anziani.
Il generale Giovanni Nistri, comandante generale dell’Arma, non si è fatto scappare l’8 ottobre l’occasione di un’audizione nella Commissione Difesa della Camera per lanciare il suo grido di allarme al Parlamento.
I dati diffusi dal comandante generale parlano chiaro: “L’Arma conta oggi 109.677 Carabinieri a fronte di un organico previsto dalla legge di 119.782 militari.
Si tratta di una carenza di oltre 10mila unità, pari a circa al’8% della forza, che sul piano pratico equivale a ben 1.000 stazioni di media consistenza organica”.
È vero, ha poi aggiunto Nistri, che sono in previsione le assunzioni da turnover e che il governo ha autorizzato assunzioni straordinarie di 4.435 persone con immissioni fino al 2025, tuttavia la forza effettiva dell’Arma sarà “verosimilmente” e “parzialmente ripianata” solo al 1° gennaio 2026 quando saranno 116mila le unità effettive.
E poi c’è il punto dell’età, quella media, che è troppo alta: “Oggi è di 44 anni, quando dieci anni fa era di poco inferiore a 40 e nel 2000 era di 35,5 anni.
L’invecchiamento del personale rappresenta un elemento di forte criticità.
Sono infatti 71mila i carabinieri oltre i 40 anni di età, il 65% del totale.
Un problema soprattutto in caso di interventi operativi che richiedono anche efficienza e prestanza fisica”,
Insomma, un quadro non roseo nel quale, evidentemente non ha avuto alcun peso l’immissione di 6400 ex forestali passati all’Arma in un sol colpo grazie al decreto legislativo 177 del 2016 che soppresse il Corpo della Forestale: alle 4.574 la stazioni operanti sul territorio, si aggiunsero 784 stazioni della ex Forestale e 148 dei Parchi ma la ‘linea territoriale’ e la ‘linea forestale’, cioè l’organizzazione dei reparti rispettivamente dell’Arma e della ex Guardie dei Parchi, non sono di facile integrazione.
A proposito di Forestale, il Corpo dello Stato di cui ricorrono i 198 anni dalla sua Fondazione, il generale Nistri ha invitato il Parlamento “ad una attenta riflessione circa i progetti di legge per ricostituire il Corpo della Forestale”.
Si tratta di tre proposte di legge ‘incardinate’, cioè inserite nei programmi di lavoro delle Commissioni Affari Costituzionali e Difesa: quelli di Silvia Benedetti (Gruppo Misto) e Luca De Carlo (Fratelli d’Italia) chiedono la sostanziale ricostituzione del Corpo Forestale dello Stato mentre quello di Maurizio Cattoi (M5S) vuole l’istituzione di un ufficio di Polizia Forestale presso il Dipartimento di pubblica sicurezza del Ministero dell’Interno, cui confluisca il personale dell’ex Corpo forestale. Il relatore del provvedimento è l’esponente del Pd Roger De Menech.
In buona sostanza il generale Nistri ha detto: la manovra di assorbimento ha funzionato, sul piano formale la Corte costituzionale ne ha sancito la legittimità con la sentenza 170 del 2019, superando tutte le perplessità segnalate dai Tar, sul piano fattuale abbiamo fatto risparmiare allo Stato ben 32 miliardi, due in più di quelli previsti, e altre economie di scala si annunciano.
“Visti i risultati conseguiti e le future aspettative”, è il caso di lasciare la situazione come è.
Sul tema c’è grande inquietudine tra i sindaci italiani – lo stesso onorevole De Carlo è stato in passato alla guida di un comune del bellunese, Calalzo Di Cadore – che si trovano a dover fronteggiare l’indebolimento degli storici compiti di prevenzione e controllo del territorio gestiti un tempo dai Forestali.
In ogni caso, sulla faccenda è attesa la relazione della Corte dei Conti che spiegherà benefici e costi dell’operazione di azzeramento del Corpo Forestale.
Da quel report si capirà meglio se il guadagno secco è accettabile di fronte ad una riorganizzazione che ha messo davvero a soqquadro la vecchia Forestale, smantellando anche la flotta degli aerei anti-incendio, compito spesso demandando ai gruppi di intervento privato.