ATTENTATO INCENDIARIO ALLA GUARDIA DI FINANZA, FU UN TENTATIVO: PENA DIMEZZATA – La Corte di Appello di Roma è tornata a pronunciarsi dopo che la Suprema Corte di Cassazione aveva accolto il ricorso della difesa e annullato la condanna inflitta a un quarantenne di Nettuno, P. I., ritenuto responsabile di essere il mandante di due cittadini Egiziani che nel febbraio 2018, in piena notte, diedero fuoco ad un’autovettura della Guardia di Finanza di Nettuno proprio nel piazzale antistante la Caserma, causando la distruzione di un’auto di servizio e vari danni all’edificio.
L’uomo, assistito dagli Avvocati Pasquale Cardillo Cupo e Marialibera De Santis, avrebbe avuto secondo la ricostruzione operata dalla Procura di Velletri, che ne chiedeva la condanna a 6 anni di reclusione, come movente quello di operare una ritorsione contro i militari in seguito ad un sequestro di stupefacente e di denaro contante per circa 15 mila euro patito nei mesi precedenti. Ipotesi questa sempre contrastata dalla difesa poiché priva di logica in quanto a quel sequestro aveva fatto seguito un provvedimento del Giudice di dissequestro e restituzione del denaro.
Nella sua nuova pronuncia, la seconda sezione della Corte di Appello ha questa volta accolto in parte il ricorso della difesa e riqualificato il fatto come tentativo non avendo l’atto incendiario raggiunto in pieno il suo scopo per l’immediato intervento dei Vigili del Fuoco, dimezzando così la pena inflitta al giovane, allo stato pari a 3 anni.
Soddisfatta la difesa anche se l’avvocato Cardillo Cupo ha preannunciato un nuovo ricorso in Cassazione poiché le prove raccolte a carico del suo assistito – fondate quasi esclusivamente sulle dichiarazioni rese da uno dei due autori materiali del fatto – sarebbero insufficienti a ritenerlo il mandante di questa vicenda.